Panico e terrore nelle file dei pacifisti italioti: è scoppiata la pace. Ma come, proprio adesso? Era così politicamente comodo gridare contro la guerra, strillare contro Netanya hu, avvolgersi nelle bandiere palestinesi, sguazzare in un dolore da strumentalizzare e da scagliare contro il governo e “le destre”. E poi che soddisfazione quelle denunce contro l’esecutivo italiano nientemeno che per “concorso in genocidio”!
E adesso invece? Come si fa? Restano da finire di pagare le barche (chi provvede? Ah saperlo...), da sconvocare le piazze, da convertire le mobilitazioni contro qualcos’altro. Quest’ultimo tutto sommato non è un gran problema: tra sette-dieci giorni arriva la legge di bilancio e qualcosa ci si inventerà. Oddio, anche lì: se poi le perfide destre tagliano le tasse, rifinanziano la sanità, aiutano la maternità, sarà dura trovare il pretesto perla chiassata. Ma il compagno Landini, con tanti annidi esperienza di piazzate a vanvera e senza senso, saprà guidare le truppe. Mica come durante i governi tecnici: allora zitti e mosca, neanche un balbettio, nemmeno una piazzetta.
La verità è che - ancora una volta al compiersi della storia, i compagni non ci hanno capito niente, a essere benevoli. Hanno puntato a isolare Gerusalemme, quando invece l’obiettivo doveva essere isolare Hamas. E infatti questa è stata l’operazione politica orchestrata da Donald Trump: non solo avere con sé Israele, ma insieme - tutto il mondo arabo, con la significativa eccezione dell’Iran, per mettere alle corde i terroristi a far capire ad Hamas che l’incendio andava spento. Solo una volta ritrovatisi con le spalle al muro, le belve dell’islamismo armato hanno dovuto arrendersi all’intesa.
E qui scatta una doppia ulteriore serie di considerazioni. La prima: e adesso che si fa con i fiumi di editoriali intinti nel veleno su Trump? Si continua a presentarlo come una bestia nera, anzi una Bestia Arancione? Si prosegue a fascistizzarlo? A descriverlo come una canaglia, un mostro, un troglodita? La seconda, che è una sorta- direbbero a Oxford - di sputtanamento retroattivo: a cosa sono servite le manifestazioni italiane delle scorse settimane? A cosa gli scioperi? A cosa le interruzioni di pubblici servizi? A cosa i cortei? A cosa gli slogan antisionisti? A cosa il grido “blocchiamo tutto”?
Risposta onesta: a nulla. Nella migliore delle ipotesi, si sono rivelati irrilevanti:tranne che nel creare disagi ai cittadini che dovevano spostarsi e lavorare. Nella peggiore, si sono rivelati dannosi: restano infatti indimenticabili alcuni cartelli e striscioni indegni, antisemiti e apertamente pro Hamas, tutte cose che qualificano per il passato, il presente e il futuro chiunque non se ne sia dissociato. Ah, dimenticavo i giovani di sinistra, per definizione “intoccabili”. Cari ragazzi, a che servono - tuttora, incredibilmente- le occupazioni selvagge di scuole e università? Contro cosa protestate esattamente? Contro la pace raggiunta? Contro la liberazione degli ostaggi? Contro la fine delle ostilità? Contro la prospettiva che si apre - solo ora - di una futura statualità palestinese sottratta alle grinfie di Hamas?
Ps. Resta un altro elefante nella stanza, per non citare l’immagine bersaniana della mucca nel corridoio. Insomma, c’è una questione irrisolta, un imbarazzo grosso. Che si fa con Francesca Albanese, a questo punto sconfessata e smentita perfino dalle scelte di Hamas? Povero Pd, che ora non sa più come maneggiarla. Diciamocelo: è diventata tecnicamente impresentabile. Se la tengono fuori, perdono i seguaci della profetessa. Se la tengono dentro, si coprono di ridicolo. Auguri, compagni.