Sarebbero quattro o cinque le piste su cui stanno lavorando gli investigatori per capire chi ci sia dietro l'attentato contro Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report su Rai 3. La sua auto è stata fatta esplodere proprio davanti a casa la mattina scorsa. I primi sospetti ricadrebbero su esponenti della criminalità locale per via degli affari collegati al porto di Fiumicino dove, come si legge sul Corriere della Sera, sarebbero in ballo investimenti da centinaia di milioni di euro per la nascita di un polo in grado di ospitare le grandi navi da crociera. Il litorale compreso fra Ostia e Torvajanica, infatti, è un territorio dove si incrociano gli interessi dei clan albanesi e dei clan legati a camorra e malavita romana.
Un incrocio finito più volte al centro delle inchieste di Report, il programma di Ranucci. Di qui la possibile vendetta nei confronti del giornalista, da anni preso di mira. Solo un anno fa fu minacciato con dei proiettili calibro 38 scoperti dal suo capo scorta. E a questo si sommano poi gli avvertimenti espliciti contro di lui da parte di clan calabresi. Altre intimidazioni nei suoi confronti sarebbero collegate poi al caso Moro e agli interessi delle cosche albanesi per la gestione del traffico migranti. Delle minacce gli arrivarono una volta anche da un cartello della droga messicano.
"Questa è una terra di confine assai pericolosa. Questo era il territorio controllato negli anni Cinquanta e Sessanta da Frank Coppola detto 'Tre Dita'", ha spiegato l’ex sindaco M5S di Pomezia, Adriano Zuccalà. A "dare fastidio", infine, potrebbero essere state anche le inchieste di Report sull’inceneritore di Santa Palomba, che dovrebbe essere inaugurato nel 2029. Una novità che rovinerebbe il business dei rifiuti.