A Riccione, affacciata sul mare Adriatico, c'è una meravigliosa casa liberty che custodisce la memoria di un tempo controverso diventata parte integrante della vita culturale della città. Oggi la signorile residenza al civico 31 di via Milano rischia di cambiare destino. La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini ha infatti deciso di mettere in vendita Villa Mussolini, avviando la procedura di cessione senza incanto del 100% delle quote sociali della Riminicultura Srl che ne ferma la proprietà. Non è stato reso pubblico il prezzo di riserva, ma dal 30 ottobre sarà possibile accedere, attraverso il notaio Plescia, alla data room con i documenti riservati sulla vendita. Le offerte dovranno essere presentate entro il 22 dicembre e le buste verranno aperte il 30 gennaio 2026. L'operazione rientra nella strategia di razionalizzazione del patrimonio immobiliare Villa Mussolini, vincolata dal Codice dei beni culturali, non può perdere la sua destinazione pubblica e museale, ma la cessione delle quote riaccende timori e nostalgia.
L'amministrazione comunale ha già annunciato la volontà di partecipare alla gara per garantirne la funzione culturale. L'assessore al Patrimonio Alessandro Nicolardi ha spiegato che l'obiettivo è «preservare uno spazio della città dedicato alla cultura e alla socialità», mentre l'assessora alla Cultura Sandra Villa ha ribadito l'impegno a valorizzare un luogo riconosciuto come punto di riferimento per l'arte e la creatività, in dialogo con il Museo del Territorio e lo Spazio Tondelli. Il Comune ha anche precisato che, in caso di acquisizione, non verrà cambiato il nome dell'edificio. Una scelta che in passato aveva diviso la politica locale, tra chi riteneva il nome un retaggio ingombrante e chi lo considerava ormai parte della storia collettiva. Dal centrodestra, il consigliere di FdI Stefano Paolini ha criticato la giunta per non aver evitato la gara pubblica, ma Palazzo del Popolo ha replicato che la Fondazione Carim, legittima proprietaria, ha agito in piena autonomia e trasparenza.
Mussolini migliore in campo. Ma non se ne può parlare
Mussolini entra ed è il panico. Ma Scurati e soci possono, per una volta, stare tranquilli. Non è il trail...Villa Mussolini è diventata un centro culturale vivo, noto per le sue mostre fotografiche internazionali e per un calendario di eventi che ha contribuito a ridefinire l'immagine della città. Eppure, la sua storia racconta molto più di un indirizzo prestigioso affacciato sul mare. Costruita nel 1893 da Ferdinando Mancini con il nome di Villa Margherita, fu affittata nel 1932 da Rachele Guidi, moglie di Benito Mussolini, e sviluppata due anni dopo per 163 mila lire. Negli anni Trenta divenne la residenza estiva della famiglia del duce, ma anche un luogo mondano frequentato da politici, intellettuali e nobiltà. Si racconta che Mussolini fosse contrario all'acquisto, ritenendolo troppo costoso, e che la moglie lo convinse grazie a un espediente economico: Rachele si accordò con Alessandro Chiavolini, particolare segretario del marito, per farsi intestare diritti d'autore per alcuni articoli pubblicati da Benito sulla rivista americana “Fortune” destinati alla beneficenza, pagando la caparra a sua insaputa.
Durante il regime, i cinegiornali mostravano la famiglia in vacanza, i figli che giocavano sul bagnasciuga, l'idrovolante del duce e la nave Aurora ormeggiati sul tratto di mare davanti alla villa. E così Riccione, “cara agli italiani perché preferita dal Duce e dalla sua famiglia”, divenne una meta di moda, la spiaggia più fotografata d'Italia. Anche perché tra gli ospiti della villa figuravano personaggi illustri come il senatore Teresio Borsalino, Gea Della Garisenda e il Cancelliere Dollfuss. Si dice che all'interno fosse stata allestita perfino una sala cinematografica privata, dove venivano proiettati i film americani vietati dal regime. Nel 1943, fu proprio qui che i figli di Mussolini appresero la notizia dell'arresto del padre. Poi la guerra, la fine del regime, l'abbandono.
Nel dopoguerra il complesso fu smembrato, venduto nel 1952 e lasciato a lungo in rovina. Solo nel 2005, grazie alla Fondazione Carim, la villa tornò a vivere, restaurata e restituita alla città. Oggi, la sua facciata color crema, le vetrate liberty e il giardino che guarda il mare sono tornati ad essere scenario di incontri culturali, mostre e rassegne. In un'epoca in cui le memorie diventano facilmente merce, la vendita di Villa Mussolini tocca una corda profonda: non solo l'identità di Riccione, ma il rapporto dell'Italia con la propria storia, anche quella più scomoda. E se l'asta servirà a garantire un futuro sostenibile al bene, resta la domanda su quale idea di “pubblico” si vuole davvero difendere: un luogo della Storia o un semplice immobile di pregio?

