Un’operazione condotta dal Ros dei Carabinieri, in collaborazione con i militari dei Comandi Provinciali di Milano e Pavia, ha portato all’arresto di un minorenne, su disposizione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip per i Minorenni di Milano. Il ragazzo, di origini tunisine e residente nella provincia di Pavia, sarebbe entrato nel 2024 in un processo di radicalizzazione che lo avrebbe spinto ad aderire a un circuito jihadista internazionale attivo sul web, impegnato nella diffusione di contenuti legati alla propaganda della jihad e del martirio.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il giovane avrebbe reperito autonomamente online diversi manuali su come costruire e assemblare ordigni esplosivi e incendiari utilizzando materiali facilmente reperibili, esprimendo la propria intenzione di partire per combattere in zone di conflitto. All’indagato vengono contestati i reati di partecipazione a un’organizzazione con finalità di terrorismo e di istigazione a delinquere, aggravata dall’uso di strumenti informatici e telematici e riconducibile a delitti di terrorismo.
Nel corso dell’operazione è stata effettuata anche una perquisizione, personale e domiciliare, nei confronti di una minorenne di origini egiziane residente a Milano, anch’essa coinvolta nello stesso circuito di radicalizzazione. L’inchiesta, avviata nell’ottobre del 2024, ha permesso di individuare sui social network una rete di utenti – anche di livello internazionale – impegnati nella diffusione di materiale multimediale di propaganda jihadista riconducibile, in particolare, allo Stato Islamico (Isis), con l’obiettivo di reclutare nuovi giovani da inviare nelle aree di guerra.
Le indagini hanno portato alla luce diversi profili social riconducibili al giovane arrestato, utilizzati per un’intensa attività di pubblicazione e condivisione di contenuti a chiaro stampo jihadista, ispirati alle direttive di noti esponenti del terrorismo islamico. Sono inoltre emersi collegamenti tra il minorenne e altri individui già arrestati per reati di terrorismo, con i quali avrebbe condiviso online contenuti di propaganda jihadista che incitavano alla violenza. Dalle ricostruzioni investigative risulta infine che il ragazzo fosse particolarmente attivo all’interno della rete radicalizzata, cercando di convincere altri, anche coetanei, “a giurare fedeltà allo Stato Islamico seguendo il suo esempio”.