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Schianto all’alba a Milano al volante senza patente si è finto un soccorritore

di Filippo Manfredini lunedì 17 novembre 2025

2' di lettura

Solo a vedere le immagini si resta impressionati. L’auto più piccola con l’avantreno pressoché inesistente, il grande suv ribaltato in mezzo alla carreggiata letteralmente distrutto. Uno scontro terribile. Avvenuto all’alba di ieri, intorno alle 6.30, su una delle maggiori arterie che entrano a Milano, viale Fulvio Testi. I ragazzi di ritorno da una notte di divertimento, e saranno le indagini ad accertare se le loro condizioni, in particolare di quelli alla guida, fossero consone a condurre una vettura. Certo che, a guardare come si sono ridotte le macchine, la velocità di almeno una delle due doveva essere notevole. In ogni caso, sono cinque i ragazzi coinvolti.

Uno di questi - un 19enne - è deceduto dopo il ricovero, una 30enne è ricoverata in gravissime condizioni: entrambi si trovavano sul suv. La dinamica è tutta da ricostruire. Il suv - un Mercedes classe G Brabus - procedeva sul grande viale diretto verso il centro di Milano quando ha impattato con violenza inaudita contro la Opel che arrivava da sinistra. Il 20enne - risultato poi essere il guidatore dello stesso suv- ha inizialmente riferito alla polizia di essere sporco di sangue perché, da poco sceso da un tram, era accorso per prestare i primi soccorsi, ma portato all’Ospedale Niguarda è stato riconosciuto come l’autista da un medico che davvero era intervenuto in loco.

Sull’auto col giovane, che non ha la patente, si trovavano altri tre ragazzi, tutti di Milano: come detto, il 19enne è stato trasportato al Niguarda in gravissime condizioni, è stato operato ma è poi deceduto; una 30enne rimasta incastrata e anch’essa in prognosi riservata al Policlinico; un 23enne portato al San Raffaele ma in codice giallo. Sulla Opel corsa viaggiava da solo un 32enne originario di Napoli, che è risultato positivo al pre-test sulla droga.

Ora ci saranno da ricostruire le diverse responsabilità. Peraltro, quello appena concluso è stato un altro fine settimana di lutti, sulle strade italiane. L’ennesimo, vien da dire. Un 22enne è morto nella serata di sabato in un incidente avvenuto sulla strada Oraziana, nei pressi di Ripacandida, in provincia di Potenza: nello scontro anche tre giovani feriti, di cui uno grave. Poi in Sicilia, nell’Agrigentino, dove uno studente di soli 16 anni è deceduto in un incidente nel Comune di Montevago: era alla guida della sua moto, ne ha perso il controllo e la caduta è risultata fatale. E ancora: ieri mattina prima dell’alba una giovane donna ha perso la vita nell’hinterland di Cuneo, a seguito di un incidente, la sua auto si è ribaltata e ha preso fuoco. Infine ieri mattina un motociclista di 58 anni è morto sulla ex strada statale 580, nel tratto tra Ginosa e Marina, in provincia di Taranto, dopo il frontale con una macchina. Un bollettino di guerra, davvero. Non per nulla ieri il Papa, durante l’Angelus, ha ricordato «tutti coloro che sono morti in incidenti stradali, causati troppo spesso da comportamenti irresponsabili. Ognuno faccia su questo un esame di coscienza». C’è poco da aggiungere.

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