Il premio “dichiarazione tragicomica” di giornata, da fuoriclasse qual è, lo vince Ilaria Salis, già Santa patrona delle case altrui ma anche pasdaran pro-Pal e ora pure degli imam: «La figura di Shahin è un punto di riferimento, un elemento di dialogo con la comunità musulmana di Torino e non solo».
Il capo della comunità islamica torinese, da ieri libero perché la Corte d’Appello lo ha ritenuto «non pericoloso», ha dialogato coi fedeli affermando pubblicamente che «quel che è successo il 7 ottobre 2023» - uccisioni, rapimenti, stupri - «non è una violenza ma una reazione ad anni di oppressione». L’euro-prodigio della Bonelli&Fratoianni ha festeggiato anche con un messaggio sui social, dove al solito – al netto di qualche sfondone – sfoggia una proprietà di linguaggio a lei sconosciuta di fronte alle telecamere, ma di certo non è qualcun altro a scriverle “post” e “storie”: «Fratelli d’Italia e Lega sconfitti su tutta la linea; la loro caccia alle streghe di stampa (stampo, ndr) maccartista è illegittima! Oggi», prosegue l’europarlamentare di Avs, «anche grazie alle mobilitazioni vincono lo stato di diritto e la democrazia».
IL COMPAGNO D’EUROPA
La spalleggia Domenico Lucano detto Mimmo, collega a Bruxelles e sindaco condannato a Riace: «Per la liberazione di Shahin avevamo deciso di presentare un’interrogazione a risposta scritta anche in sede europea». Tocca alla Cgil. Cosa c’entra il sindacato dei lavoratori con la vicenda dell’imam? Niente, e infatti il sindacato di Maurizio Landini interviene: «Mohamed Shahin è libero perché non è pericoloso». La Cgil esprime «profonda gioia perla liberazione» e ringrazia «tutte e tutti coloro che hanno sostenuto la causa giusta dell’imam e il collegio difensivo per il prezioso lavoro svolto. Ora», si legge nel comunicato, «lo aspettiamo a Torino, la sua casa». E ancora: «Si tratta di una vittoria per la comunità torinese e per lo Stato di diritto. Per la procura l’imam di San Salvario si è sempre impegnato per difendere i valori su cui fonda lo Stato italiano, e le frasi da lui pronunciate, alla base del provvedimento del ministero degli Interni, sono da considerarsi “pienamente lecite”».
Torniamo ad Avs, il cui vicecapogruppo alla Camera, Marco Grimaldi, è in brodo di giuggiole: «La nostra gioia per la liberazione di Shahin dal Cpr di Caltanissetta è immensa, e sappiamo di condividerla con tantissimi torinesi che in queste settimane si sono mobilitati». Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, non vedeva l’ora: «Non passa settimana che il ministro Piantedosi non becchi un ceffone da qualche tribunale del nostro Paese. Oggi succede con la vicenda dell’imam di Torino, rinchiuso illegalmente in un Cpr. È quello che accade a chi non tiene conto delle leggi, che ad esempio libera i torturatori e i trafficanti libici e regala altre motovedette alle milizie di quel Paese, e che su ogni vicenda sulle politiche migratorie o sulla tragedia mediorientale costruisce una narrazione falsa e ideologizzata». Immaginate Fratoianni ministro degli Interni, odi qualsiasi altra cosa, in un ipotetico governo a guida Schlein. A proposito, ecco la dem Debora Serracchiani: «Meloni se la prende coi giudici. Basta vittimismo, rispetti la gente».
COMPETIZIONE
Il Movimento 5Stelle non accetta di essere superato e rilancia: «Siamo pronti ad accogliere Shahin a braccia aperte. La magistratura ha dovuto porre un argine all’arroganza di una politica che, in maniera sconsiderata e pericolosa, fa della repressione della libertà di parola il suo modus operandi. Oggi, finalmente, la giustizia ha trionfato».
Festeggia, ovviamente, anche l’Unione delle comunità islamiche d’Italia: «Il giudice, nel provvedimento, ha escluso la sussistenza di una concreta e attuale pericolosità, richiamando i princìpi del diritto europeo e le garanzie previste per i richiedenti protezione internazionale».