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Il Dia colpisce in Sicilia: maxisequestro da 1,5 miliardi

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Colpito l'imprenditore dell'eolico Vito Nicastri, ritenuto legato al superlatitante Matteo Messina Denaro

Roberto Amaglio
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Nuovo successo dell'antimafia questa mattina a Trapani. All'alba, infatti, la Direzione investigativa della procura ha portato a termine un maxisequestro da un miliardo e mezzo di euro ai danni di Vito Nicastri, l'impreditore alcamese ritenuto il prestanome e il braccio operativo del superlatitante Matteo Messina Denaro. Blitz – Secondo le accuse del Dia, le indagini "hanno confermato le relazioni di Nicastri con numerosi e qualificati esponenti mafiosi e con elementi legati a Cosa nostra". In tal senso, Vito Nicastri, 54enne leader in Sicilia nel settore dell'eolico, avrebbe favorito gli interessi di Cosa Nostra, soprattutto per quanto riguarda il riciclaggio del denaro sporco. Per questo motivo gli agenti della Dia hanno sequestrato 43 società di capitali (anche con partecipazioni estere) attive nel settore eolico e fotovoltaico e intestatarie di centinaia di appezzamenti di terreno tra le province di Trapani, Palermo e Reggio Calabria. Inoltre sono stati apposti i sigilli anche a diversi beni mobili, immobili, auto di lusso e conti correnti, il tutto per un valore stimato di 1,5 miliardi di euro. Un valore immenso che, secondo il ministro dell'Interno Roberto Maroni, rende l'operazione di questa mattina "il più grande sequestro mai fatto". Già in gabbia – Vito Nicastri era già stato arrestato nel 2009, sempre in virtù di un'inchiesta riguardante sette parchi eolici nella zona di Avellino.

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