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Design: con Envisioning Forum 2019 Ied invita al cambiamento sostenibile

AdnKronos
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Milano, 24 mag. (Labitalia) - Cambiare sistema educativo, per formare individui in grado di agire consapevolmente sin da piccoli. Cambiare e conoscere se stessi, per intervenire poi sul clima e l'ambiente. Cambiare attraverso l'arte e il design, mezzi per creare inclusione. Vivere il cambiamento da attori, generando innovazione. È la parola chiave 'cambiamento' a guidare l'azione di Ied (Istituto europeo di design) da oltre 50 anni e la quarta edizione di Envisioning Forum - 'La rivoluzione del fare', evento promosso da Ied e diventato un appuntamento di visione ormai consolidato per la città di Milano. “Operare per il cambiamento - dichiara Emanuele Soldini, direttore Ied Italia - significa essere attori anziché reattori, muoversi nella società anticipando e indirizzando e non solo rispondendo a bisogni emergenti. Si tratta di un approccio fondamentale per un progettista al servizio del benessere comune: come formatori sentiamo una particolare responsabilità nell'ispirarlo”. Nel nuovo spazio milanese dedicato alla creatività e agli eventi, La Stamperia di via Pietrasanta 14, allestito per l'occasione con materiali destinati al riuso da parte degli stessi studenti Ied, l'Istituto europeo di design promuove, dunque, un momento di riflessione e di stimolo al cambiamento in linea con il programma d'azione dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile. Un incontro che beneficia del punto di vista privilegiato di speaker concretamente impegnati in questa direzione e che gode del patrocinio del Comune di Milano e della partnreship con Lifegate. “Il momento di smettere di lamentarsi - afferma Mónica Cantón de Celis, Ceo di Design for Change Global, movimento educativo internazionale che punta a formare individui consapevoli sin da bambini - e iniziare a fare è arrivato. L'innovazione viene da una nuova generazione di ‘doers' che non aspettano che siano gli adulti a intraprendere i cambiamenti, ma che rendono il cambiamento reale, essi stessi. I ‘doers' stanno arrivando”. Questo invito alla metamorfosi è stato proposto negli interventi di due relatori, entrambi formatisi nell'ambito dell'Organizzazione di Al Gore, il Climate Reality Project, che contribuisce all'educazione al cambiamento climatico e alle sue soluzioni: Francesco Cara, designer, Climate Reality Leader e creatore della piattaforma If You Want To; e Claudia Laricchia, del Future Food Institute, di cui è Head of Institutional relations and global strategic partnerships. “Ci troviamo oggi intrappolati - sottolinea Francesco Cara, attraverso una serie di esempi che illustrano nuovi modi di vita sostenibili che emergono in risposta ai cambiamenti climatico-ambientali - tra un modo di vita moderno ed entusiasmante (che rischia però di portarci diritti all'estinzione) e modi di vita alternativi, pieni di incognite, forse peggiori, forse migliori, ma sicuramente più in armonia con il mondo. Ci siamo illusi di poter transitare dal mondo ‘fossile' al mondo sostenibile in modo graduale, ma più ci proviamo, più ci rendiamo conto che si tratta di mondi radicalmente diversi, che funzionano secondo sistemi di pratiche e valori incompatibili tra loro. Il passaggio graduale non è quindi possibile: deve essere una metamorfosi”. La piattaforma 'If You Want To' raccoglie, analizza e facilita proprio la diffusione di alternative ai modi di consumo, produzione, distribuzione e informazione tradizionali, ed è probabilmente ad oggi la più grande banca dati su prodotti e servizi green al mondo. A provare a illustrare quanto questa urgenza di cambiare passi necessariamente anche attraverso il nostro nutrimento è Claudia Laricchia, coordinatrice del programma Future Food for Climate Change, che vede la Food Innovation 'from farm to fork' come chiave per risolvere la relazione malata tra cibo e clima. La premessa è chiara e comporta un'azione innanzitutto sul 'me', per passare poi da questo al 'noi'. “Non puoi cambiare il mondo se non sei disposto a cambiare te stesso. Cambiare attraverso tre C fondamentali: consapevolezza, conoscenza e comunità”, avverte. È proprio di questo che si occupa il Future Food Institute: “Generare e accelerare impatti, sociali, culturali, economici e ambientali, attraverso la conoscenza, l'innovazione e la tecnologia applicata al settore agroalimentare, da una parte responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra e, dall'altra, prima vittima del cambiamento climatico. La Food Innovation è la chiave per la 'rivoluzione del fare': fare per ristabilire velocemente un rapporto sano tra l'uomo e se stesso e tra l'uomo e il Pianeta, che passa in primis dal cibo, espressione più naturale di questa relazione vitale", spiega. Il cibo, dunque, vittima e carnefice al tempo stesso dei cambiamenti climatici, è il primo agente di cambiamento e la prima porta che ci connette al Pianeta. “Noi non siamo la Generazione Z, siamo gli adulti - ricorda - e abbiamo il dovere di trovare una risposta per quel milione e mezzo di giovanissimi che ci stanno mettendo davanti al problema". Tutti possiamo diventare Climate Shaper e contribuire così a mitigare la crisi climatica attraverso l'innovazione agroalimentare, anche attraverso apposite summer school proposte proprio dal Future Food Institute. “È troppo tardi per essere sostenibili: è ora di cambiare l'ispirazione in azione”, sostiene Laricchia. Il cambiamento sostenibile deve necessariamente includere, infine, anche l'aspetto sociale. Così ha esordito l'Alumna Ied Gaella Gottwald, art director, artista e imprenditrice culturale, che si fa promotrice di un impatto virtuoso sulla società attraverso la creatività: “La 'rivoluzione del fare' è creare, coinvolgere, collaborare e risolvere problemi”. Gaella è fondatrice di Sos Creative Clinic, programma che porta avanti progetti di tipo ambientale ed economico nell'ambito della Croatian Cultural Alliance, per promuovere l'imprenditoria culturale, la consapevolezza ecologica, l'innovazione e l'inclusione sociale. Envisioning Forum 2019, infatti, si colloca nel più ampio percorso di una rivoluzione sostenibile 'made in Ied' che ha preso avvio con il concept installativo Under Pressure durante la Design Week 2019, punto di inizio di un percorso di sviluppo progettuale triennale. A rimarcare che la 'rivoluzione del fare' comincia da noi, in occasione di Envisioning Forum, nasce la foresta Ied: un impegno concreto scaturito dall'adesione dell'Istituto europeo di design al progetto di sostenibilità ambientale e sociale di Treedom, piattaforma web nata a Firenze nel 2010: 301 nuovi alberi di cacao in Camerun contribuiranno alla tutela della biodiversità, porteranno benefici formativi agli agricoltori e alle comunità coinvolte, sosterranno il reddito delle famiglie, contribuiranno all'assorbimento di CO2 a livello globale e alla stabilizzazione dell'assetto idrogeologico, contrastando la desertificazione dei suoli.

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