Territorio: Fondazione Cariplo, ovunque si può agire contro spopolamento
Matera, 25 ott. (Labitalia) - "Le aree interne si assomigliano da Nord a Sud e anche fuori Italia. Lo spopolamento e il diradamento dei servizi e delle opportunità sono elementi che si riscontrano in molte aree, ma in qualsiasi territorio si può reagire per rivitalizzare il tessuto sociale ed economico. Ovunque è importante adottare un cambio di prospettiva, uscire dall'isolamento individuale e abbracciare una dimensione collettiva di condivisione delle difficoltà ma soprattutto delle soluzioni". Ad affermarlo Elena Jachia, direttore dell'Area Ambiente di Fondazione Cariplo e responsabile del programma AttivAree, che domani, a Matera, parteciperà alla giornata di lavoro 'La cultura come risorsa per la rigenerazione delle aree interne e rurali', dedicata alle aree periferiche e organizzata nell'ambito degli appuntamenti di 'ArtLab. Territori, Cultura, Innovazione' a cura di Fondazione Fitzcarraldo in collaborazione con Fondazione Cariplo. Nel contesto europeo di Matera 2019, Fondazione Cariplo, insieme a Fondazione Fitzcarraldo e Basilicata Creativa, infatti, coinvolgerà attori pubblici e privati promotori di significativi programmi di sviluppo delle aree periferiche che si confronteranno con operatori che stanno lavorando su tutto il territorio nazionale su progettualità originali ed eterogenee, che fanno leva sulle risorse inespresse delle comunità di riferimento. Fondazione Cariplo, con il Programma AttivAree dedicato alla rinascita dell'Oltrepò Pavese e delle bresciane valli Trompia e Sabbia, porterà al tavolo l'esperienza avviata in due territori marginali che si trovano nell'Appennino e nelle Prealpi lombarde. L'obiettivo è quello di condividere il modello di intervento sperimentato con quello degli altri ospiti presenti impegnati su un tema come quello dello spopolamento delle aree marginali, che interessa in modo trasversale tutta l'Italia e anche altri Paesi d'Europa. "La chiave di volta che abbiamo sperimentato con 'AttivAree' - sottolinea Elena Jachia - sono le reti, i circuiti che coinvolgono enti e persone disponibili a modificare il proprio modo di fare le cose. Parliamo di reti nel caso dei piccoli esercizi commerciali, delle strutture per l'ospitalità turistica, dei servizi per le fasce deboli della cittadinanza e i risultati arrivano, sia in termini di riscontro dal punto di vista turistico che di maggiore sostenibilità economica". "Non si può abitare un luogo senza amarlo - avverte - e quindi senza conoscerlo. Il recupero di una più forte identità locale si può realizzare in molti modi. Con 'AttivAree' ne abbiamo sperimentati diversi. Ad esempio, una mappatura dei manufatti artistici che maggiormente contraddistinguono una zona (pensiamo agli edifici rurali o alle edicole sacre o agli elementi di archeologia industriale) coinvolgendo i cittadini nella loro riscoperta". "Oppure laboratori che coinvolgano i ragazzi rendendoli protagonisti di una narrazione del proprio territorio attraverso la realizzazione di docufilm e spot da loro ideati, diretti e interpretati. O, ancora, organizzando momenti dedicati al recupero delle tradizioni eno-gastronomiche insieme alle strutture della ristorazione. O inventando format nuovi come una 'scuola di narrazione territoriale' per imparare a parlare dei territori lontani dai maggiori centri urbani entusiasmando chi ti ascolta e ne percepisce la bellezza e il valore", conclude.