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Pizza made in Italy taroccata

Metà con ingredienti esteri

Silvia Tironi
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La pizza è una questione tutta italiana. Rigorosamente un prodotto tipico del nostro Paese. Ovunque vai, tutti lo sanno: la pizza è made in Italy. Non c'è da discutere. Eppure ora, anche quello della pizza, a quanto pare, è un mito da sfatare. Perché di made in Italy ha davvero ormai poco. Con la sua farina, i pomodori, l'olio extravergine d'oliva che arrivano da ogni parte del mondo, la pizza è diventata davvero un piatto 'made in chissà dove'. La denuncia è stata fatta dalla Coldiretti, secondo la quale almeno una pizza su due contiene ingredienti principali importati dall'estero senza alcuna indicazione per i consumatori; e così ecco che sempre più spesso nelle pizzerie viene servito un prodotto preparato con cagliate provenienti dall'est Europa invece della tradizionale mozzarella, farina canadese o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale e olio di oliva tunisino e spagnolo o addirittura olio di semi al posto dell'extravergine italiano. Persino i pomodori arrivano d'Oltralpe. Il più delle volte dalla Cina. Basti pensare che in un anno, spiega l'organizzazione, sono stati importati in un anno 500 milioni di chili di extravergine, 86 milioni di chili di cagliate per mozzarelle, 130 milioni di chili di concentrato di pomodoro e 5 miliardi di chili di grano tenero. Il che corrisponde a un serio rischio di perdere definitivamente lo storico legame con il territorio di provenienza della pizza che è nata a Napoli a metà del 1700. E che è diventata un vessillo tricolore, con il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro ed ilverde del basilico, quando il pizzaiolo Raffaele Esposito dedicò la 'pizza Margherita' alla regina di casa Savoia nel 1889.

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