Assisi, il bosco di S. Francesco
diventa patrimonio del Fai
La riscossa del paesaggio italiano parte da Assisi. Il Fai (Fondo Ambiente Italiano), si arricchisce di una nuova donazione: la Selva di San Francesco di Assisi con la sua affascinante storia lunga 800 anni. Si tratta di 60 ettari di bosco, oltre il muro che delimita la piazza della Basilica Superiore di San Francesco, composto da ulivi, coltive, colline e pianura, case coloniche e piccole pievi. Con un torrente che, in una sua grande ansa, racchiude un complesso del XII secolo del quale sopravvivono la Chiesa di Santa Croce con l'affresco di una croce senza il corpo di Cristo (a significare che è un luogo di tutti i credenti, senza distinzione di religione) i ruderi di un convento benedettino e al di là del trecentesco Ponte dei Galli, sul quale è passato Carlo Magno, un antico mulino in attività fino al secolo scorso. La donazione si è resa possibile, come ha sottolineato il presidente del Fai, Giulia Maria Crespi "grazie al contributo di molti, ma soprattutto di Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo". L'istituto bancario, ha spiegato Crespi "ha sanato i debiti che gravavano sulla Selva e che da soli non avremmo, di certo, potuto coprire, costringendoci a dover rinunciare alla donazione". Presentando l'iniziativa a Milano, Giulia Maria Crespi ha poi posto l'accento sulla necessità che in Italia si dia maggiore peso al recupero "degli innumerevoli patrimoni ambientali e paesaggistici che costituiscono un bene per il nostro Paese". Proprio mentre il dibattito, anzi la polemica, sull'ambiente è al centro di un rovente confronto politico italiano ed europeo, "mi auguro", ha proseguito il presidente del Fai, "che nasca un sole di consapevolezza verso il paesaggio italiano perché non conta solo il denaro. Se in Italia ci fosse una politica ambientale, culturale e turistica, il nostro Paese potrebbe raggiungere il primo posto nel mondo per quanto riguarda il turismo, favorendo così anche l'occupazione". Quanto alla Selva di San Francesco «in questa donazione», ha sottolineato Crespi, "vedo un segno che indica la strada che il Fai deve percorrere affinché attraverso esempi concreti e contatti con la società civile si riesca a rendere tutti sempre più consapevoli del valore del nostro paesaggio". Francesco invitava ad amare la natura. "Oggi non siamo più nel 1200", ha concluso, «e amare la natura non basta: bisogna difenderla da speculazioni feroci". Corrado Passera ha invece sottolineato la particolarità del progetto "che ha visto assieme istituzioni, fondazioni e banche, che riescono così a fare cose impossibili. Si tratta di un progetto molto bello ma anche simbolico, perché ad Assisi c'è tutto: la città e l'ambiente, la cultura e la religione. C'è il passato ma anche il presente, c'è soprattutto il desiderio di crescere; e la crescita è la responsabilità numero uno di tutta la classe dirigente del nostro Paese". Impossibile non chiedere a Passera un commento sulla crisi economica: "Bisogna tener duro e andare avanti, lavorare tutti insieme perché questo periodo passerà, o, come dice la canzone di Francesco De Gregori, lo faremo passare". Daniela Mastromattei