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Mafia turca, Baris Boyun portato nella questura di Viterbo

mercoledì 22 maggio 2024
1' di lettura

È di 18 arresti e diverse perquisizioni effettuate a Viterbo, in provincia di Roma, a Milano e in Sicilia, il bilancio dell'operazione antiterrorismo internazionale messa a segno dalla polizia in collaborazione con l'Interpol e le autorità turche. In carcere è finito, oltre ad altri 17 appartenenti al clan criminale, il presunto boss Baris Boyun, sul quale pendeva un mandato d'arresto europeo per omicidio, lesioni, minacce, partecipazione ad un'associazione per delinquere e traffico d'armi. Il presunto terrorista – accusato dalla DDA di Milano di associazione per delinquere finalizzata al terrorismo e al traffico d'armi – è stato portato nella questura di Viterbo prima di essere trasferito in elicottero in un carcere di Milano. Recentemente il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, aveva chiesto alla premier Giorgia Meloni, durante il suo viaggio istituzionale in Turchia, l'estradizione di Boyun, già detenuto agli arresti domiciliari in un'abitazione a Bagnaia, una frazione del comune di Viterbo dopo che venne arrestato nell'agosto del 2022 a Rimini. La Corte d'Appello di Bologna e la Corte di Cassazione hanno negato l'estradizione.

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Senaldi: "Il prof anti-Meloni? Il clima d'odio c'è ma è un altro"

"Il professore che aveva augurato alla figlia della Meloni di fare la fine della ragazzina di Afragola uccisa è stato sospeso. In una trasmissione di orientamento sinistro ho assistito a una analisi surreale: quel gesto deprecabile è colpa dell'odio instillato dalla destra. Io non credo francamente che quel professore pendesse dalle labbra di Meloni o Salvini. Perché il clima d'odio c'è, ma è un altro". Il videocommento di Pietro Senaldi.

Senaldi: "Mezzo Pd imita la Meloni. E Repubblica sta zitta"

"Giorgia Meloni ha fatto sapere che Giorgia Meloni andrà al seggio ma non ritirerà le schede. Apriti cielo, giù critiche dalla sinistra. L'atteggiamento della premier però non è isolato: metà esponenti del Pd faranno lo stesso perché non vogliono che alcuni quesiti passino. Come mai Repubblica non li critica?". Il videocommento di Pietro Senaldi

Roma, "il medico del Papa": la truffa e l'arresto choc

La Polizia di Stato di Roma, a seguito di indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un sessantatreenne di nazionalità argentina, gravemente indiziato dei reati di esercizio abusivo della professione medica su territorio italiano e di truffa aggravata ai danni di persone offese. Le indagini condotte dal locale Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica, hanno avuto origine dalla denuncia sporta dai genitori di un quindicenne con disturbi neurologici, i quali si erano rivolti al professionista argentino in quanto ritenuto “luminare” per quel tipo di patologia.

Lo stesso sedicente medico infatti millantava di essere stato il costante riferimento sanitario di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, nonché quello di 54 Cardinali in carica, circostanze poi smentite in sede di accurati accertamenti investigativi. Il sedicente medico prescriveva dunque al bambino un percorso di terapia descritto come innovativo e sperimentale, attraverso l’utilizzo del “trapianto di cellule staminali” che, nel tempo, unitamente a una riduzione dei costi delle cure, avrebbe comportato, un notevole miglioramento sotto diversi aspetti: da quello comportamentale a quello del linguaggio.

Il percorso terapeutico, durato 2 anni, per il quale sono stati versati dalla famiglia circa 30 mila euro in contanti, conseguiti dal sedicente medico con “abilità collaudata e glaciale scaltrezza”, ha comportato continue somministrazioni di sostanze vietate (prodotti olezzanti, con data di scadenza superata e certamente guasti). Durante le indagini la Polizia Postale ha eseguito un’accurata perquisizione presso l’abitazione del sedicente professionista, ove venivano rinvenute circa 400 schede personali di pazienti nonché numerose provette di laboratorio contenenti esami di urina, sangue e numerose confezioni sigillate di medicinali scaduti da anni.

Simone Inzaghi in Arabia, in sottofondo... Una gaffe incredibile

"Io sono Simone Inzaghi, e oggi comincia la mia storia con l'Al Hilal". Con un video diffuso sui social, l'Al Hilal ha ufficializzato l'ingaggio di Simone Inzaghi, che ha appena salutato l'Inter dopo 4 anni sulla panchina nerazzurra. Il tecnico italiano, ex Lazio, ha firmato un contratto di due anni per circa 50 milioni di euro. Nelle immagini diffuse dal club saudita, in sottofondo si sente la telecronaca di un gol di Filippo Inzaghi, fratello di Simone, commentato dal giornalista Sandro Piccinini.