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Blocca-processi modificata

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Ma il Pd fa ancora polemica

Albina Perri
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Il giorno dopo l'approvazione del lodo Alfano, la politica italiana si lancia sulla norma “blocca-processi”, dopo che il governo ha presentato alcuni emendamenti al decreto sicurezza. Di fatto al posto della sospensione è prevista la semplice facoltà, affidata ai magistrati, di fissare dei criteri di rinvio dei processi per reati indultati o che comunque rientrano nell'indulto previsto dalla legge del 31 luglio 2006. E' Giulia Bongiorno a spiegare il motivo della nuova tattica: “Abbiamo recepito le critiche dell'opposizione e per questo auspico che già nel comitato dei nove della commissione Giustizia, che si riunirà lunedì, ci possa essere un parere favorevole unanime”. A quanto pare, però, non basta. L'opposizione annuncia battaglia e dice di non essere soddisfatta. Il Partito democratico voterà “no”, come ha annunciato il ministro della Giustizia del governo ombra, Lanfranco Tenaglia, che chiede molto semplicemente che il governo “elimini queste norme dal dl sulla sicurezza”. “L'Italia dei valori ha presentato 90 emendamenti, il Pd 1.075... Forse è una tattica parlamentare con cui ci vogliono obbligare a mettere la fiducia per non votare sì a un provvedimenti che recepisce le loro proposte”, ha risposto Elio Vito, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Soddisfatti invece quelli dell'Udc: “Prendiamo atto con soddisfazione”, commenta Michele Vietti, vice capogruppo a Montecitorio, “che il Governo ha rinunciato alla dissennata sospensione automatica dei processi attribuendo ai magistrati la discrezionalità nella fissazione delle udienze, facendo salva la priorità per i reati più gravi”.

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