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Obama: "Nuova era di pace"

Gheddafi anti-Onu: terroristi

Silvia Tironi
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“Un onore intervenire qui come 44mo presidente degli Stati Uniti”. Con queste parole, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha iniziato il suo primo discorso davanti alla 64ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In platea presente anche la moglie Michelle. “Abbiamo la speranza di reali cambiamenti e vogliamo che gli Stati Uniti ne siano leader” ha detto Obama elencando tutti i passi fatti dalla sua amministrazione durante i  primi otto mesi di mandato, a cominciare dalla rinuncia alla tortura,  passaggio sottolineato da un forte applauso. Successivamente ha ribadito il suo impegno per il multilateralismo: “E' il momento di condividere  le responsabilità nella risposta globale alle sfide globali", ha sottolineato il capo della Casa Bianca esortando quanti in questi anni  hanno criticato Washington per aver agito da sola su molti fronti, ad assumersi la propria parte di responsabilità. Affrontando il tema della non proliferazione Obama ha sottolineato l'esigenza di “fermare la diffusione di armi nucleari” nel mondo. Rivolgendosi alla platea il presidente ha sottolineato che la politica contro la  proliferazione del suo Paese “non è diretta contro nessun paese in particolare”, ma vuole solo portare l'attenzione di tutti sulla  pericolosità della diffusione degli ordigni nucleari. Sempre in tema di nucleare ha ribadito la sua “apertura” all'avvio di contatti diplomatici diretti con Iran e Corea del Nord, a patto che i due Paesi rispettino i loro impegni con la comunità internazionale. Per quanto riguarda il vertice del G20 che si terrà domani e dopodomani a Pittsburgh, ha anticipato che “lavoreremo insieme con le più grandi economie per disegnare una struttura per la crescita che sia equilibrata e sostenibile”. Il presidente Barack Obama non ha risparmiato un po' di autocritica, “le risposte del mondo – ha detto – non sono state all'altezza della vastità delle sfide esistenti”. Tra le sfide elencate ha incluso: “Estremisti che stanno cercando di seminare il terrore nei vari angoli del mondo, i conflitti che si protraggono all'infinito, i genocidi e le atrocità di massa, sempre più nazioni con armi nucleari, calotte polari che si sciolgono, persistente povertà e malattie pandemiche”. Un discorso, quello di Obama, che invita al confronto, all'apertura e alla collaborazione invocando una “nuova epoca di dialogo basata sul rispetto e sugli interessi reciproci”. “È arrivato il momento che il mondo si incammini in una nuova direzione – ha concluso - Quelli che erano abituati a punire l'America  perché agiva da sola nel mondo, ora non possono stare fermi ed  aspettare che l'America risolva i problemi da sola". Gheddafi show - Dopo l'intervento di Obama, è toccato al leader libico, Muhammar Gheddafi, che ha tenuto a salutare il presidente Usa in quanto «esordiente» all'Onu. Il leader libico ha criticato la Carta dell'Onu e si è detto contrario a nuovi seggi permanenti del Consiglio di Sicurezza. Secondo Gheddafi, un'eventualità del genere causerebbe "altra ingiustizia e povertà e concorrenza all'interno del seggio, come per esempio tra Germania e Italia". Il colonnello ha poi detto di "non riconoscere e accettare il diritto di veto" di cui godono i cinque membri permanenti del Consiglio e ha aggiunto che nessuna nazione ha il diritto di interferire negli affari di altri Paesi, neanche in caso di dittature. E a proposito del virus dell'influenza A ha affermato che "potrebbe essere stato prodotto in un laboratorio militare ed essere uscito fuori controllo".  

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