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Scontro Brunetta-magistrati

Alfano all'Anm: "esagerate"

emanuele satolli
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Nelle polemiche seguite alle parole di ieri del ministro Brunetta che ha definito l'Anm un "mostro", si inserisce anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano che difende il collega di governo: "La reazione dell'Anm al ministro Brunetta - precisa Alfano - mi è sembrata esageratamente forte. Soprattutto laddove fa riferimento a leggi che bloccano i processi. Abbiamo fatto leggi come la riforma del processo civile, leggi antimafia che hanno avuto largo consenso di opinione pubblica, forte consenso del Parlamento e largo consenso dell'Anm". Nel botta e risposta, Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, si schiera contro Brunetta: "Le affermazioni sopra le righe riducono ulteriormente il prestigio dello Stato, bene che va difeso soprattutto quando si hanno responsabilità politiche ed istituzionali. Serve un confronto costruttivo e non la violenza verbale" Insultare invece di assumersi responsabilità -"Evidentemente è più facile insultare e fare propaganda, che assumersi la responsabilità del proprio operato". Così, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara, il vicepresidente Gioacchino Natoli e il segretario generale Giuseppe Cascini, replicano alle affermazioni del ministro Brunetta, il quale ieri sera, durante un dibattito a Milano, aveva definito l'Anm un "mostro" che con le sue correnti contamina il Csm. "Un ministro della Repubblica, tanto più della Pubblica amministrazione - aggiungono i vertici dell'Anm - non può ignorare che l'organizzazione della giustizia è attribuita dalla Costituzione al ministro della Giustizia, e quindi al governo". L'intervento del ministro - Secondo il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, l'associazione di categoria dei magistrati, è un “mostro” che influenza in maniera negativa il funzionamento del Csm, l'organo di autogoverno della magistratura. Di conseguenza, prosegue il ministro, “bisogna tagliare questa cinghia di trasmissione”. Parlando a margine della presentazione del libro di Stefano Livadiotti “Magistrati l'ultracasta” Brunetta ha sottolineato che “le correnti dell'Anm di fatto decidono gli equilibri all'interno del Csm e qui si produce il mostro, con effetti sulle questioni economiche, disciplinari e di carriera della categoria, che sono determinate per via sindacale”. Quindi, “per risolvere il problema bisogna tagliare questa cinghia di trasmissione”. “Il 90% dei problemi della giustizia in Italia sono organizzativi - ha proseguito il ministro - e sono risolvibili con l'information and communication technology: anche per i magistrati si può pensare a badge, controllo delle presenze, controlli di produttività e controlli dei ritardi”. “Se si va in qualsiasi tribunale italiano si trova il caos e dalle 14 non c'è più nessuno - ha detto in tono polemico - e più il sistema di lavoro è complesso più ha bisogno di organizzazione scientifica, che nella magistratura e nella produzione della giustizia non c'è: il settore è opaco”.

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