Bagnasco: "Alcuni ambienti
vorrebbero una Chiesa muta"
“Si vorrebbe forse da parte di taluni ambientiuna Chiesa o supinamente allineata sull'opinione che si autoproclama prevalentee progressista, o semplicemente muta”. Il presidente della Cei, cardinaleAngelo Bagnasco, lo sottolinea parlando all'Assemblea plenaria dell'episcopatoeuropeo, a Parigi, del rapporto tra 'Media e Papa'. Tuttavia, chiarisce l'arcivescovodi Genova, “la Chiesa non può venire meno alla propria missione. Partecipare innome del Vangelo al dibattito pubblico, non può essere scambiato per unaminaccia alla laicità dello Stato”. Nel suo intervento, il presidente della Ceievidenzia ancora che “la Chiesa non vuole imporre a nessuno la propria morale'religiosa': essa enuncia da sempre e non può non enunciare, insieme a principitipicamente religiosi, i valori fondamentali che definiscono la persona e negarantiscono la dignità, senza alimentare polemiche ma privilegiando sempre ilmetodo del confronto sereno e costruttivo e la ricerca del bene comune”. Responsabilità deontologica dei media - Bagnasco riconosce che i “media svolgono unruolo essenziale per la conoscenza e la diffusione dei valori fondamentalidella Chiesa richiamati da Benedetto XVI”, ma e' auspicabile che “nell'eserciziodi un compito così delicato prevalgano sempre le ragioni e i criteri di unaresponsabilità deontologica che se non esclude la possibilità di critichefondate e costruttive, tuttavia trova la propria ultima verifica nella capacitàdi contribuire alla conoscenza e alla ricerca della verità". Il Papa e i media - Nel suo intervento, il presidente della Ceifa un bilancio di come i media si sono rapportati al pontificato di Ratzinger: “inbase all'analisi dell'esperienza italiana, che offre un punto di osservazioneper molti aspetti privilegiato, si può affermare che in un primo periodo larappresentazione mediatica del pontificato di Benedetto XVI è stata nelcomplesso adeguata e sostanzialmente positiva”.