Lodo Alfano, fumata nera
La Consulta decide domani
Fumata nera in Consulta. L'attesa sentenza della Corte Costituzionale sulla legittimità del lodo Alfano slitta infatti a domani. I giudici della Consulta torneranno a riunirsi in camera di consiglio segreta mercoledì mattina a partire dalle nove. Politica in fibrillazione - Un altro giorno di attesa, quindi, per la politica. Perché si fa a presto a dire che quella della Corte sia soltanto un'udienza tecnica e non politica. Nei Palazzi del potere sono tutti con il fiato sospeso in attesa del verdetto che potrebbe cambiare radicalmente gli assetti politici. Per Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl e ministro della Difesa, la bocciatura del Lodo, se mai dovesse arrivare, sarebbe una «decisione politica più che di diritto». Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, invece, va oltre e spiega già a Berlusconi cosa dovrebbe fare in caso di bocciatura: «L'unica via sarebbe seguire il precedente del governo Fanfani del 1987: Berlusconi dovrebbe avere il coraggio di farsi votare contro e di sfidare il Capo dello Stato a fare un nuovo governo da bocciare per così andare alle elezioni» Poi Cossiga ha lanciato una stoccata ai consiglieri del Premier: «Questo sarebbe il consiglio tecnico che darei se richiesto; ma a Palazzo Chigi hanno l'abitudine di non chiedere consigli a nessuno eccetto che all'avvocato Ghedini». «Con le elezioni anticipate – ha concluso – si vedrebbe secondo la democrazia dei numeri chi ha il consenso democratico del popolo che non si esprime con teoremi o sondaggi ma con il voto». Schifani: "I governi li scelgono gli italiani" - Un altolà secco all'ipotesi di un governo tecnico o diverso da quello attuale è arrivato dal presidente del Senato: «I governi li scelgono gli italiani», ha chiarito Schifani, «e gli italiani vogliono scegliere il loro governo. Ecco perché non vedo, al di là degli esiti della Corte costituzionale, sbocchi a governi diversi da quella che è stata la volontà elettorale». L'udienza - È terminata poco prima delle 13 l'udienza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, la legge che sospende i processi nei confronti delle più alte cariche dello Stato. I giudici stanno discutendo le altre cause in calendario per oggi. La Corte si riunirà in camera di consiglio nel pomeriggio per la decisione finale. Di fronte ad una gran folla di giornalisti italiani e stranieri, tanto che per ospitarli tutti è stato allestito un collegamento televisivo con circuito interno nella Sala avvocati attigua a quella dove si svolgono le udienze, è iniziata la seduta di stamani. La Consulta non ha ammesso l'intervento della Procura di Milano nel giudizio riguardante la legittimità del Lodo. La decisione è stata comunicata dal presidente della Corte, Francesco Amirante, alla ripresa dell'udienza successiva alla sospensione che ha consentito ai giudici costituzionali di ritirarsi in camera di consiglio per decidere in proposito. Il professor Alessandro Pace, che aveva presentato memorie alla Consulta per sostenere l'illegittimità del Lodo a nome della Procura di Milano, non potrà dunque intervenire nell'udienza pubblica. Ghedini: «L'applicazione della legge non è uguale per tutti» - «La legge è uguale per tutti ma non sempre lo è la sua applicazione». Questo uno dei passaggi più importanti nei quali l'avvocato del premier Silvio Berlusconi ha difeso, davanti ai giudici della Consulta, la costituzionalità del lodo Alfano. L'arringa di Ghedini è durata circa 15 minuti. L'avvocato del presidente del Consiglio, che è anche parlamentare, ha sottolineato che con il Lodo è stato realizzato, con una legge ordinaria, un edificio costituzionalmente resistente». Pecorella: «Non sarà una sentenza politica» - Ha smorzato le tensioni “politiche” invece l'altro avvocato del premier, Gaetano Pecorella. «Quello della Consulta non sarà un giudizio politico ma un giudizio basato sull'esame delle norme costituzionali», ha spiegato il legale rispondendo alle domande dei cronisti uscendo dal Palazzo della Consulta. Pecorella non ha escluso che, in caso di parziale bocciatura del Lodo, «ci possa essere comunque spazio per intervenire, nuovamente, con modifiche sulla legge: bisognerà aspettare le motivazioni. Ma ho fiducia in questa Corte». Bonaiuti: «Lodo legittimo» - Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti difende la legge rifacendosi alle considerazioni espresse dall'Avvocatura generale. «Si tratta di una misura legittima ma anche dovuta - spiega - per consentire alle cariche istituzionali di esercitare il proprio mandato al meglio e nell'interesse del paese».