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A giudizio dirigente e responsabili Aem

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Avrebbero mobbizzato dipendente a Milano

Monica Rizzello
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Il gup di Milano, Donatella Banci Buonamici, ha rinviato a giudizio un dirigente e due responsabili dell'Aem, l'ex azienda elettrica milanese, oggi A2a, con l'accusa di maltrattamenti. Secondo l'accusa, i tre imputati, per 10 anni, avrebbero vessato e umiliato con pratiche di mobbing un ingegnere informatico milanese, messo a lavorare da solo, senza internet e senza altri supporti tecnici, vicino agli spogliatoi e alla mensa della sede aziendale della società. Il processo comincerà il 17 febbraio prossimo davanti alla nona sezione penale del Tribunale di Milano. Per il pm, Mauro B., dirigente e responsabile del personale, Massimo T. e Emilio V., responsabili della produzione, avrebbero portato avanti dal '99 al 2008 «una condotta abituale, ripetuta e sistematica - si legge nel capo d'imputazione - di vessazioni, prevaricazioni e umiliazioni» nei confronti di Salvatore M., ingegnere informatico di 64 anni. Nel procedimento l'ingegnere si è costituito parte civile. In particolare il dipendente, responsabile del settore sviluppo, sarebbe stato portato in una condizione di «stress da non lavoro» che gli avrebbe causato «disturbi psichici». Gli imputati, secondo l'accusa, avrebbero anche avuto «la pretesa vessatoria di risultati lavorativi in mancanza di risorse e supporti».

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