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Fiat, Montezemolo rassicura: "Pronti al dialogo"

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Venerdì si apre il tavolo con il governo

Michela Ravalico
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La crisi  Fiat-governo va inasprendosi. E così, per tentare di calmare le acque, interviene il presidente Luca Cordero di Montezemolo. Dopo l'annuncio improvviso e inatteso di due settimane di cassa integrazione per tutti gli stabilimenti Fiat Auto, e il malumore espresso da sindacati e istituzioni, Montezemolo ieri ha dichiarato: «È chiaro che tutti i nodi vanno affrontati in un clima di dialogo e confronto con le parti sociali e il Governo, che ha dimostrato in questi mesi una grande attenzione alla filiera dell'auto». «Da parte della Fiat, lo abbiamo già detto più volte ma mi piace ripeterlo, c'è la massima disponibilità», ha proseguito Montezemolo secondo cui, la posizione del Lingotto «è sempre stata chiara, sia sul progetto industriale per l'Italia, che l'amministratore delegato ha illustrato a dicembre al tavolo governativo, sia sul ricorso alla cassa integrazione». Secondo Montezemolo, a proposito delle «pratiche tecniche, avviate due giorni fa, per chiedere il ricorso alla cassa integrazione nell'ultima settimana di febbraio e nella prima di marzo», esse «sono la diretta conseguenza del crollo degli ordini che stiamo registrando in questo mese, addirittura peggiore rispetto a gennaio 2009, quando il mercato toccò il punto più basso».  La replica di Scajola - "Il Governo non è stato informato. Ribadisco che è stata una decisione inopportuna annunciata ad un mese di distanza, che rende più difficile in questa fase i colloqui che ci sono con le parti sociali per il piano di ristrutturazione della Fiat. Cominceremo domani con il tavolo sull'auto a Termini Imerese a cercare di riannodare questi fili anche se ora ciò è più difficile". Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, a proposito della cassa integrazione annunciata dalla Fiat, al termine del Consiglio dei Ministri intervistato dal TG3 a Reggio Calabria. Ferrero - "O la Fiat mantiene aperti tutti gli impianti o deve diventare un'azienda pubblica". Non usa mezzi termini il portavoce della Federazione della Sinistra Paolo Ferrero. «Ci vuole un intervento pubblico - ha aggiunto - perchè lo Stato ha dato un mucchio di soldi alla Fiat che ha dividenti, fa i suoi comodi e chiude le aziende». Rinaldini -  «Abbiamo già 16 lavoratori sui tetti a Termini, altrettanti a Pomigliano, ora arriva l'annuncio del blocco degli stabilimenti proprio alla vigilia dell'incontro al ministero dello sviluppo economico. Direi che la situazione non è solo preoccupante, ma che l'atteggiamento di Fiat è assolutamente arrogante e inaccettabile». Questa l'opinione di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom, il sindacato più duro dei metalmeccanici. Angeletti - «La Fiat deve essere chiara e dettagliata, deve dirci quali sono le sue condizioni». Luigi Angeletti, segretario generale Uil, commenta così ai microfoni di CNRmedia la questione Fiat alla vigilia dell'incontro di venerdì sul nodo Termini Imerese. «Dal momento che siamo l'unico Paese in cui si producono un terzo delle auto che si vendono - spiega Angeletti - l'azienda deve impegnarsi ad aumentare la produzione in Italia: per far sì che questo sia compatibile con i conti economici può chiedere che siano rispettate certe condizioni, ma ci deve dire con chiarezza di che condizioni si tratta. Il sindacato italiano è in grado di far sì che se si parlerà di condizioni ragionevoli in questo senso, queste potranno essere rispettate. Solo a questo punto si potrà discutere anche di incentivi ora come ora non siamo molto favorevoli a produrre o dare incentivi che servano a garantire la produzione automobilistica in altri Paesi»

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