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Cassazione vieta gli sms in caso di amore violento

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"Interrompere i rapporti tra le parti, per evitare gravi conseguenze"

Monica Rizzello
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Stop agli sms. In caso di “amore” violento, secondo la Cassazione, è legittimo imporre «il divieto di comunicare in qualsiasi forma», sia verbale sia tramite sms. L'insolito divieto è stato convalidato nei confronti di un 30enne di Trento, accusato di maltrattamenti, sequestro di persona, minaccia e lesioni ai danni della fidanzata. In attesa del processo, la Suprema Corte, convalidando la decisione del tribunale della Libertà Trento del 23 giugno 2009, ha stabilito che, oltre al divieto di dimora nel comune, il giovane accusato di maltrattamenti nei confronti della ragazza dovrà rimanere in assoluto silenzio. Inibita «qualsiasi forma di comunicazione». Inutile il ricorso del giovane indagato, volto a dimostrare che non si era tenuto conto degli sms che la ragazza gli aveva inviato tra il 24 aprile e il 17 maggio del 2009, dei video inviatogli nello stesso periodo da cui risultava che la ragazza si era autoripresa mentre compiva atti sessuali con il precedente ragazzo. Inoltre, secondo la difesa del giovane indagato, non era stato tenuto conto della visita radiologica, a cui si era dovuto sottoporre in seguito ad una lite. La Quinta sezione penale (sentenza 5911) ha respinto il ricorso del giovane, sottolineando che «le circostanze evidenziate non sono in grado di togliere valore ai gravi indizi, perché esse denotano tutt'al più un atteggiamento ambivalente della parte offesa, che dimostrerrebbe di non volere interrompere completamente i rapporti» con il ragazzo, «ma non sono in grado di escludere i gravi fatti denunciati». A fronte delle pesanti accuse, dice la Suprema Corte, «la misura» del silenzio sia verbale sia tramite sms «appare logicamente congrua attesa la necessità di interrompere nettamente i rapporti tra le parti, per evitare ulteriori e più gravi conseguenze».

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