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Moravia celebrato in Francia

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Una biografia-fiume e tavole rotonde

Monica Rizzello
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Il drammaturgo e critico letterario René de Ceccaty, che ha tradotto in francese gran parte delle sue opere, racconta in 678 pagine Alberto Moravia, in quella che i critici francesi definiscono “biografia intellettuale” del narratore romano. Autore di numerose biografie, René de Ceccaty ammette che non è stato facile scrivere la biografia di uno scrittore che «ha sempre professato il suo odio per il passato. Non amava che gli si chiedesse della sua infanzia, delle sue precedenti prese di posizione politiche, sui vecchi amori, le sue donne (da Elsa Morante a Dacia Maraini e il suo matrimonio con Carmen Llera)». La bulimia intellettuale di Alberto Moravia, la profusione dei suoi centri di interesse, dalla poesia al cinema, dal teatro all'arte, dalla letteratura alle scienze umane, il romanziere e il reporter e tutto quello che permette di penetrare l'universo moraviano, dall'infanzia segnata dalla malattia all'antifascismo, l'amicizia con Pasolini, la passione per le donne, tutto questo e altro nella biografia edita da Flammarion, e in uscita a settembre da Bompiani. Pur protestando, comunque, dava risposte a volte molto precise, scrive de Ceccaty, che ricostruisce Moravia anche attraverso la sua opera «nutrita di elementi autobiografici», e traccia un ritratto «di un uomo profondamente paradossale, al tempo stesso malinconico, razionalista, e collerico, libertino e possessivo, cosmopolita e visceralmente radicato nella sua Roma, che ha percorso tutta la storia d'Italia e d'Europa e ha espresso la sua passione per il cinema con la complicità dei più grandi», da Fellini ad Antonioni, da Visconti a Godard. Con Il disprezzo diretto da Jean-Luc Godard e interpretato Brigitte Bardot, che prende il via stasera alla Cinematheque di Parigi - nell'ambito di un omaggio intitolato “Moravia, l'anticonformista” - una retrospettiva di film tratti dai suoi romanzi, tra cui La ciociara di De Sica con Sophia Loren, Gli Indifferenti di Citto Maselli con Claudia Cardinale, l'attrice che Moravia intervistò nel 1961. L'intervista in questione è, tra l'altro, proposta come lettura teatrale con la Cardinale che interpreta sé stessa, e il biografo in quello di Moravia, all'Istituto Italiano di Cultura, che ospita anche tavole rotonde sullo scrittore, che verso la fine della sua vita confessava di «scrivere al mattino, annoiarsi il pomeriggio, uscire la sera».

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