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Di Girolamo: "I dirigenti Fastweb e TIS sapevano"

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L'ex senatore del Pdl accusa i vertici "consapevoli della illeicità delle operazioni"

Eleonora Crisafulli
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"Vi erano dirigenti ben consapevoli della illiceità delle operazioni che dovevano consentire di accumulare grosse somme di denaro frutto dell'attività illecita attraverso il meccanismo della frode dell'Iva''. Così l'ex senatore del Pdl, Nicola Di Girolamo, accusa i vertici di Fastweb e di Telecom Sparkle, nell'ambito dell'inchiesta sul maxi-riciclaggio di due miliardi di euro. Le operazioni - Durante l'interrogatorio reso ai magistrati di Roma il 9 marzo, Di Girolamo, detenuto nel carcere di Regina Coeli, ha spiegato che le operazioni consentivano alle società di aumentare in maniera rilevante il loro fatturato e di avere dei margini "apparentemente legali di guadagno che giustificavano commercialmente le operazioni stesse". Rispondendo alle domande dei pubblici ministeri Giancarlo Capaldo, Giovanni Bombardieri e Francesca Passaniti, l'ex senatore ha fatto i nomi dei funzionari che erano al corrente della questione. Si tratta di Stefano Mazzitelli, amministratore delegato di Telecom Italia Sparkle, Massimo Comito, responsabile delle regioni europee della stessa Telecom, e Antonio Catanzariti, che è stato responsabile del «Carrier sales Italy». Il compenso - Dal verbale risulta anche che il «compenso personale» corrisposto a Di Girolamo per il "lavoro" reso al gruppo Mokbel si aggira intorno a 1,7 milioni di euro. Il senatore ricevette circa 200mila euro per l'operazione "Phuncard", di cui era "a piena conoscenza", e altri 4 milioni per l'operazione "Traffico telefonico": "In realtà secondo la decisione di Gennaro Mokbel di tale compenso doveva rimanere come fondo comune per l'acquisizione di partecipazioni in una Holding costituita a Singapore, la società contenitrice Runa, la somma di 2,5 milioni. Mentre ho ricevuto come quota personale la somma complessiva di 1,5 milioni che mi è pervenuta sulla società Gis". Il braccio e la mente - "Ideatore delle operazioni sotto il profilo tecnico e delle relazioni all'interno delle società telefoniche era Carlo Focarelli, il quale, però, per la compiuta realizzazione delle stesse, necessitava di Mokbel per la predisposizione degli assetti societari e personali necessari alle frodi e al reimpiego". Inoltre "Focarelli fece aprire, accompagnandoli, dei conti correnti ad Hong Kong ed in altra nazione che non conosco ad alcuni dirigenti delle società coinvolte per far confluire sugli stessi parte dei compensi illeciti".

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