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Appunti/ di Filippo Facci

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Mantovano e altri equivoci

Albina Perri
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Il sottosegretario Alfredo Mantovano è preparatissimo, quando parla di giustizia poi è imbattibile. Per questo c'è da rimanere basiti a leggere l'intervista che ha rilasciato su Libero di domenica: invoca una presa di posizione del Pdl sulla pillola Ru486 «perché è evidente l'orientamento prevalente del nostro elettorato». Ha ragione, il problema è che è un orientamento contrario di quel che pensa lui: proprio nell'articolo adiacente, sempre su Libero di domenica, si citano tre sondaggi secondo i quali gli italiani sono stra-favorevoli alla pillola e persino in Veneto bocciano la linea di Luca Zaia. Ma per saperlo non c'era bisogno di quei sondaggi: da tempo ce n'erano a disposizione molti altri. Testamento biologico, Legge 194, coppie di fatto, divorzio breve, laicità dello Stato: su questi temi non è la sinistra a pensarla in maniera difforme da Mantovano e altri: è-la-maggioranza-degli-italiani, e attenzione, lo è anche la maggioranza degli italiani di centrodestra. Mantovano vuole vedere i sondaggi? Ne è al corrente? Soprattutto: ne è al corrente il governo? Mantovano parla di «eliminare un po' di equivoci» ma ignora che sta parlando di sè. Mantovano dice che «contro la Ru486 esistono argomenti più che sufficienti» ma ignora che tutto l'Occidente ha risolto il problema da vent'anni e che l'aborto chirurgico è molto più pericoloso di quello chimico. Mantovano ignora l'opinione dell'elettorato Pdl, e questo non pare bello.

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