Fini: "No al localismo e al presentismo. Non sono valori Cristiani"
Il presidente della Camera in un convegno di FareFuturo ribadisce l'avversione ai temi della Lega. E si spinge verso i territori del centro
La politica s'attacca al qui e ora e non ha progetti a medio termine. E' "presentista", dice Fini: si basa solo sui sondaggi. E pure localista. Che poi è la declinazione del concetto a livello geometrico. Quindi non è cristiana. Eccolo di nuovo all'attacco, il cofondatore del PdL. Con una dotta dissertazione, stavolta, aprendo i lavori di un convegno promosso dalle fondazioni 'Farefuturo' e 'Respublica', Fini s'attacca alla religione. Con altri termini, stavolta "alti", Fini torna a ribadire il concetto: la Lega non piace, il PdL non ha progetti. Di più: "L'egemonia del presente domina il dibattito" e c'è "uno schiacciamento pericoloso sull'immediato". Valori in contrasto col Cristianesimo che anima il Ppe. Il Cristianesimo. Ecco la frase precisa: "Lo schiacciamento sul presentismo e il localismo rinnegano quella sensibilità universalistica del Cristianesimo che supera gli egoismi e i localismi e serve a costruire regole comuni in cui tutti possano vivere in modo libero e responsabile". Tradotto: la Lega viola i valori di Nostro Signore. A pensar male pare che la questione, buttata lì così, in un discorso sui massimi sistemi, possa essere sintomo di una manovra di avvicinamento sempre più evidente di Gianfranco Fini ai partiti del centrosinistra. La parola Crisitanesimo in bocca a un laico come lui suona come di captatio. Che Fini si proponga, ora, come paladino e difensore dei valori cristiani è un tantino stonato. Che lo faccia per essere spendibile in un futuro in cui cercherà di guidare un asse di centro? Albina Perri