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Appunto di Filippo Facci

Eleonora Crisafulli
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Le inchieste di Catanzaro stavano per dimostrare che i mandanti dell'omicidio di Ilaria Alpi - gli stessi che depistarono il Boeing mai caduto sul Pentagono - erano a bordo del Dc9 di Ustica che fu deviato dai servizi deviati: le carte, cioè, stavano per dimostrare che il Dc9 fu centrato da un missile americano che voleva colpire un caccia libico che si presumeva avesse a bordo Gheddafi. Ma Andreotti sapeva: era al corrente, cioè, che a bordo c'era anche Mino Pecorelli che nel bagaglio a mano aveva celato i veri diari di Moro (asportati dal generale Mori) e l'agenda rossa di Paolo Borsellino: e solo leggendoli sarebbe stato possibile individuare il filo nero che lega l'assassinio di Carlo Giuliani col finto incidente del traliccio che uccise Giangiacomo Feltrinelli con la vittoria dell'Italia sul Camerun nel 1982. Pecorelli aveva trafugato quei documenti nel covo Br di via Montenevoso, stesso nascondiglio in cui i veri elenchi della P2 furono fatti sparire prima che potessero dimostrare - come aveva capito Walter Tobagi - gli ambiti istituzionali che, in accordo con la massoneria deviata e settori dei poteri forti, col tacito accordo dell'ordine dei cavalieri di Sondrio, intavolarono la trattativa che accelerasse la nascita di Forza Italia: come solo Noemi Letizia e Gino Flaminio avevano capito. In altre parole: domani, 13 maggio, esce «Assalto al pm», il nuovo libro di Luigi De Magistris.

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