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Cosentino si difende: "Dossier su Caldoro pura fantasia"

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L'ex sottosegretario all'Economia rigetta le accuse davanti ai pm. Nell'udienza non si sono utilizzate intercettazioni

Roberto Amaglio
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Nessun dossier contro Caldoro, nessun tentativo di screditamento, nessuna faida interna al partito in Campania. Questa la linea difensiva adottata da Nicola Cosentino, l'ormai ex sottosegretario all'Economia nonché coordinatore del Pdl all'ombra del Vesuvio, ascoltato questa mattina dal pm Rodolfo Sabelli e dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. "Non ho in alcun modo tentato di screditare Stefano Caldoro", ha riferito frettolosamente Nicola Cosentino lasciando gli uffici di piazzale Clodio, dopo essere stato interrogato per quattro ore dagli inquirenti della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3. "Quando io ho preso la Pdl in mano in Campania eravamo opposizione in tutte le reltà locali, con me siamo ora al governo nelle principali realtà. Pensate che uno con questo ruolo e con questa forza si metta ad operare dei dossieraggi per fare cosa? Per screditare un candidato che io ho voluto insieme a tutto il partito e a tutti gli eletti? Mi pare pura fantasia". L'ex sottosegretario all'Economia si è anche detto convinto di aver "chiarito tutto quello che c'era da chiarire. Penso di aver dato risposte a tutte le domande". Nessuna indiscrezione, invece, è trapelata invece dalle aule giudiziarie: il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo si è solo limitato a dire che non sono state fatte ascoltare intercettazioni perché "queste non sono utilizzabili quando coinvolgono parlamentari".

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