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Stonehenge ha un "gemello" in legno: "Woodhenge"

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Era situata a poche centinaia di metri dal sito di monoliti. La scoperta è stata fatta dagli scoperta archeologi inglesi

Tatiana Necchi
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Accanto ai monoliti di Stonehenge, uno dei più famosi siti preistorici del mondo, si cela una struttura gemellare fatta di legno. Questa è stata definita dagli archeologi britannici come la più importante nella zona nell'ultimo mezzo secolo. Secondo gli studiosi "Woodhenge" è stato costruito attorno allo stesso periodo rispetto al noto cerchio di pietre: cioè circa 4.500 anni fa. Come riporta il quotidiano britannico "The Daily Telegraph", si tratta di un fossato di forma circolare che circonda una serie di pozzi larghi circa un metro dove sarebbero stati alloggiati dei pali di legno. Al centro della struttura, che presenta due accessi dai lati opposti, si trova una tomba che sarebbe stata aggiunta in un periodo molto posteriore. La stessa Stonehenge è stata utilizzata come necropoli per oltre 500 anni, un periodo molto più lungo di quanto si pensasse: le ossa più antiche ritrovate nel sito risalgono infatti a un periodo compreso fra il 3.030 a.C e il 2.340 a.C, mentre i primi megaliti sono stati eretti nel 2.500 a.C. . Stonehenge sarebbe stata quindi una "città dei morti", collegata attraverso il fiume Avon alla sua gemella in legno che sarebbe, invece, stata la "città dei vivi". L'anno scorso gli archeologi aveano scoperto inoltre un nuovo sito preistorico a due chilometri da Stonehenge e risalente a circa 5mila anni fa. Battezzato "Bluehenge" per il colore delle 27 pietre gallesi utilizzate nella sua costruzione, è costituito da un sentiero delimitato da megaliti che, stando agli archeologi, sarebbe stato utilizzato in riti iniziatici e religiosi, così come il vicino cerchio di pietre di Stonehenge. Le pietre sono ormai scomparse ma sono rimasti i fori nel terreno in cui erano state collocate. Ma le sorprese potrebbero non essere finite: gli esperti avvertono che il 90% della zona attorno a Stonehenge non è mai stata oggetto di scavi archeologici. Per cui è molto probabile che possano saltar fuori nuovi reperti e strutture.

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