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Il Cav: "Alle chiacchiere rispondiamo con i fatti"

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Dopo la rottura con Fini il parlamento è in fermento nonostante Berlusconi abbia assicurato che si va avanti così. Tuttavia Cicchitto minaccia le urne: "Indisponibili a farsi cuocere a fuoco lento". Casini fa sapere che non entrerà nell'esecutivo e chiede un governo istituzionale

Paolo Franzoso
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La scomunica di Fini ha aperto le danze della politica. Poco importa che il Cavaliere abbia rassicurato tutti sul prosieguo (“Abbiamo i numeri, andiamo avanti”), ora per i politicanti è il tempo degli intrighi e degli intrallazzi. Alcuni chiedono una verifica parlamentare sulla maggioranza, altri domandano le larghe intese e altri ancora sono rassegnati alle elezioni. “Contro tante chiacchiere” interviene il premier con una nota, il governo ha varato “quattro provvedimenti”. Berlusconi ha già chiarito come la pensa sullo stato di salute dell'esecutivo e ribatte con i fatti. Primo: "E` stata approvata la manovra economica” e insieme “le norme che consentono a chi vuole intraprendere l'attività economica di farlo senza dover ottenere le molteplici autorizzazioni preventive”. Secondo, prosegue il Cav: “il Senato ha approvato anche con il concorso di una parte dell'opposizione, una riforma fondamentale della nostra università". Terzo: "il Governo ha approvato poi un disegno di legge innovativo e liberale in materia cinematografica che permetterà di ridurre l'intervento esclusivo dello Stato". E infine "il governo ha approvato il nuovo Codice della Strada, entrato in vigore già ieri, che consentirà di diminuire il numero degli incidenti e della mortalità sulle nostre strade". Ipotesi di voto anticipato - A ogni modo, il governo è a un bivio e le responsabilità stanno fra le mani del nuovo gruppo parlamentare dei finiani. Alla logica Né il presidente del Consiglio né il PdL sono disponibili a farsi cuocere a fuoco lento facendosi condizionare di volta in volta su ogni provvedimento. Se così fosse, si dovrebbe tornare subito a votaredel ricatto, di un appoggio esterno non completo, il partito di maggioranza non ci sta: "Né il presidente del Consiglio né il PdL sono disponibili a farsi cuocere a fuoco lento facendosi condizionare di volta in volta su ogni provvedimento". Fabrizio Cicchitto a Sky Tg24 espone l'estremo rimedio: "Se così fosse, si dovrebbe tornare subito a votare". Un governo istituzionale - L'Udc non entrerà nel governo. Pier Ferdinando Casini esclude colpi di scena. “Sono una persona seria che rispetta gli impegni presi con i miei elettori che mi hanno collocato all'opposizione”, dice il leader Udc in un'intervista al Tg2 eliminando ogni ipotesi di schierarsi con il governo: “Non sono disposto ad entrare né ad aiutare questo governo”. Un governo istituzionale, solo in questo caso Casini tratterebbe un ruolo politico attivo. “Ho chiesto alla luce del sole, nelle cene private come in Parlamento, a Berlusconi di aprire una nuova fase”, spiega il leader dell'Udc, perché “serve all'Italia un governo di responsabilità nazionale” con il compito di affrontare “il capitolo delle grandi riforme”. L'epilogo dello scontro fra Fini e Berlusconi ha creato “questo governo che tira a campare” e all'Udc “non interessa un governicchio di questo tipo”. Casini chiede al premier di fare una riflessione nonostante la maggioranza e le promesse agli elettori: “Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri, siamo alla frutta”. Un governo di transizione - Ieri sera, Massimo D'Alema nello stesso telegiornale aveva auspicato un governo finalizzato a varare una nuova legge elettorale. Una ipotesi lontana dall'essere percorribile perché si dovrebbero fare i conti con il partito che ha vinto le elezioni, il PdL, e su questo punto anche il presidente Napolitano sembra aver espresso i suoi dubbi. A ogni modo nemmeno su questo giunge il consenso di Casini: “Potrebbe anche andare bene, ma io penso che il nuovo governo debba però affrontare anche scelte impopolari”. Il messaggio è chiaro: se l'Udc si siede a trattare lo fa alla sola condizione di incassare un governo istituzionale. “Non m'interessano fidanzamenti”, ripete Casini ai cronisti di Montecitorio, e sui suoi deputati assicura: “Noi siamo blindati e nel caso sono gli altri che vengono a farsi vivi da noi”.

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