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Pdl duro contro i finiani: chi non sta con noi è fuori

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Berlusconi ai suoi: "Fini si è messo fuori da solo. Non sono stato io a cacciarlo". E Verdini assicura: "Nessuno slittamento del collegio dei probiviri su Bocchino, Granata e Briguglio"

Eleonora Crisafulli
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Attendere Mirabello non serve. Alla festa tricolore il presidente della Camera non dirà nulla di risolutivo. E la possibilità concreta di un riavvicinamento tra il premier e Gianfranco Fini si fa sempre più lontana. Questo, secondo quanto riferito da fonti parlamentari del Pdl, il ragionamento che Silvio Berlusconi avrebbe rappresentato ai suoi interlocutori nella giornata di incontri a Palazzo Grazioli. Lo stato dei rapporti tra i due cofondatori del Pdl è ai minimi. Chi sta con noi sta con noi - avrebbe detto il premier alla presenza di La Russa, Santanchè e Verdini - e chi non sta con noi, a partire dal processo breve, è fuori. Non ci sono trattative ma la prova dei fatti sarà in Aula, nei voti sui provvedimenti determinanti. Il discorso a Mirabello - Fini non dirà cose nuove, perché non vuole rompere ma logorare: "Il tempo serve a lui, non a noi". Insisterà nel dire che è stato cacciato - argomenta Berlusconi - ma c'è nero su bianco il documento della direzione di aprile che fa capire come sono andate le cose: noi lo abbiamo votato tutti, loro hanno votato contro e così facendo si sono messi fuori dal Pdl. Nessuno ha cacciato nessuno. Il pronunciamento dell'ufficio politico di fine luglio che parla dell'incompatibilità di Fini e deferisce Bocchino, Briguglio e Granata è un passo successivo, ragionano ancora. Quindi, a Fini che chiede come precondizione di sciogliere il nodo politico della sua 'cacciata' dal Pdl, si replica che è stato lui stesso a mettersi fuori, non votando il documento che fu approvato con 12 voti contrari e 157 sì. "Non c'è nessuno slittamento della convocazione del collegio dei probiviri". Ad assicurarlo è coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini, al termine di un incontro a Palazzo Grazioli con il premier Berlusconi. I probiviri si pronunceranno sui finiani Bocchino, Granata e Briguglio nei tempi stabiliti, ovvero il 16 settembre. L'esito non è scontato - "Saremo determinati nelle questioni - spiega Verdini - perché ovviamente dobbiamo prendere delle decisioni. Ma non c'è nessuno slittamento: c'è un ragionamento aperto davanti ai probiviri che devono verificare come stanno le cose visto che hanno la funzione di dirimere i problemi tra i soci". E "l'esito non è scontato". Poi, sull'incompatibilità con gli incarichi locali di partito, Verdini ha aggiunto: "Sono due problemi diversi. Il problema dei probiviri è di dottrina: qualunque socio può andarci e dire "tu sei poco buono" e poi i probiviri decidono. Poi ci sono i problemi che sono di partito e che devono essere sciolti dal partito con ragionevolezza". Una cosa è certa: Berlusconi non vuole nuove elezioni a marzo. "Noi siamo fermi e determinati su tutte le posizioni e cerchiamo di vedere quello che accadrà", conclude il coordinatore Pdl.

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