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Vivisezione, l'Ue approva un nuovo testo "più garantista"

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Gli animalisti protestano: "Una direttiva deludente. Per gli esperimenti saranno usati anche cani e gatti"

Eleonora Crisafulli
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Approvato oggi a Strasburgo il testo finale per la Direttiva che regolamenta l'utilizzo degli animali per fini scientifici. Per l'Unione europea si tratta di un importante giro di vite sulle sperimentazioni con animali. Il nuovo testo rappresenterebbe un buon "compromesso" tra gli abolizionisti delle sperimentazioni e gli scienziati favorevoli ai test di laboratorio per il progresso della ricerca, un punto d'equilibrio fra protezione del benessere degli animali e necessità scientifiche. Il commissario europeo John Dalli ha sottolineato che la legge pone l'Ue tra le principali istituzioni che "difendono gli animali", dal momento che prevede che  "le sperimentazioni con animali siano sostituite, quando possibile, con metodi sostitutivi scientificamente soddisfacenti" e che "il dolore e le sofferenze inflitte agli animali siano ridotte al minimo". L'utilizzo di animali è consentito per la ricerca di base e per la cura di malattie di esseri umani, animali o piante, i test di efficacia dei farmaci, per l'insegnamento superiore e le indagini medico-legali. Il divieto proposto dalla Commissione sull'uso di grandi primati quali lo scimpanzé, il bonobo, il gorilla o l'orangotango, è stato in linea generale confermato. Tuttavia, la proposta avrebbe anche limitato l'uso di altri tipi di primati, con il possibile effetto, secondo i deputati, di ostacolare la ricerca europea a fini medici per malattie neurodegenerative quali l'Alzheimer. Pertanto, il Parlamento ha deciso di permettere l'uso dei macachi qualora sia scientificamente provato che è impossibile raggiungere lo stesso risultato utilizzando specie diverse. La nuova legislazione introduce una serie di categorie del dolore inflitto alle cavie ("non risveglio", "lievi", "moderate" o "gravi"), secondo un emendamento approvato dal Parlamento durante la prima lettura della legge. Per evitare la ripetizione della sofferenza infitta alle cavie, la Commissione aveva proposto di permettere il riutilizzo dell'animale solo per le procedure di sperimentazione con un livello di dolore al massimo classificato come "lieve". I deputati hanno invece ritenuto che tale limite potesse risultare troppo severo e avere l'effetto indesiderato di richiedere l'uso di un maggior numero di animali per il raggiungimento dei risultati scientifici. Pertanto, in accordo coi governi nazionali, i deputati hanno deciso di consentire il riutilizzo delle cavie per esperimenti classificati come "moderati", dopo aver consultato un veterinario. Un passo indietro - Non tutti però condividono la scelta europea. Basti pensare che ben 40 deputati avevano chiesto di rinviare il testo in Commissione parlamentare per un riesame al fine di garantire una migliore tutela degli animali. Tra questi Tiziano Motti. Secondo l'eurodeputato Udc-Ppe la direttiva rappresenta innanzitutto "un grave passo indietro" a cui tutti gli Stati membri saranno obbligati ad adeguare le normative nazionali. Un passo indietro "a tutto vantaggio della potente industria farmaceutica", aggiunge Piergiorgio Benvenuti, responsabile dei rapporti istituzionali di Fare Ambiente. Il testo europeo, infatti, è più permissivo di quanto preveda in Italia la nostra legge in materia di esperimenti su animali viventi": "Permetterà la sperimentazione su cani e gatti randagi (articolo 11), lasciando alla libera facoltà dei ricercatori l'eventuale sperimentazione senza anestesia o senza la somministrazione di antidolorifici ad animali sofferenti (articolo 14); che permetterà di riutilizzare più volte lo stesso animale, anche in procedure che gli provocano dolore, angoscia e sofferenze (articolo 16) e di tenere in isolamento totale per lunghi periodi animali socievoli come cani e primati; di praticare l'apertura del torace senza somministrare analgesici e la sperimentazione su animali vivi a scopi didattici (articolo 5)". Il testo è "deludente" anche per la Lav-Lega anti vivisezione. "Deludente - spiega Michela Kuan, responsabile del settore Vivisezione - soprattutto in considerazione dei progressi scientifici, dell'affermarsi dei metodi alternativi all'uso di animali e dell'opinione pubblica espressasi in modo chiaramente contrario alla sperimentazione animale".  Tra gli articoli "più negativi" la possibilità di ricorrere a gatti e cani randagi, di "utilizzare specie in via d'estinzione o catturate in natura", "effettuare esperimenti senza anestesia, autorizzazione anche per esperimenti altamente dolorosi", oltre al "ricorso a soppressione per inalazione di anidride carbonica come metodo di uccisione di riferimento".  Evidentemente, accusa Kuan, "la lobby farmaceutica ha saputo veicolare bene le scelte politiche per ottenere maggiore libertà e minori restrizioni nel ricorso al modello animale". Legge italiana - Il parlamento europeo ormai ha deciso e gli Stati membri avranno due anni per conformarsi alle nuove regole.  Le autorità competenti nazionali dovranno valutare poi le implicazioni sul benessere degli animali per ogni test scientifico effettuato, con l'obiettivo di promuovere metodi alternativi. Gianluca Felicetti, presidente della Lav, però vede il bicchiere mezzo pieno: "Non sono ancora del tutto perse le speranze per i 12 milioni di animali che ogni anno muoiono nei laboratori europei: a questo punto sarà fondamentale che nell'iter di recepimento della Direttiva come Decreto nazionale, il Governo italiano informi la Commissione Europea delle disposizioni nazionali in modo da mantenere i punti positivi già presenti nel Decreto vigente e integrarli con quelli europei". In questo modo "sarà possibile vedere, nei fatti, il nostro Paese impegnato concretamente nella tutela del benessere degli animali da laboratorio e a favore di una scienza etica e all'avanguardia."

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