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Montecarlo, parla Fini

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In un video web il presidente della Camera dà la sua versione sull'appartamento monegasco: "Con il senno di poi mi rimprovero una certa ingenuità. Se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a dimettermi"

Eleonora Crisafulli
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Dopo settimane di silenzio, il presidente della Camera Gianfranco Fini racconta la sua verità sulla casa di Montecarlo. Lo fa in un video web pubblicato sui siti di Fli - Generazione Italia, il Secolo d'Italia e Libertiamo. Pochi minuti che non fanno chiarezza. L'ex di An ammette di aver peccato di ingenuità, ma, al tempo stesso, dice di avere la coscienza a posto. Ancora una volta ribadisce che occorre aspettare l'esito delle indagini della magistratura: a quel punto "se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a dimettermi". Fini punta il dito contro la stampa che avrebbe organizzato una campagna politico-diffamatoria con l'intento di costringerlo alle dimissioni, "essendo a tutti noto che non è possibile alcuna forma di sfiducia parlamentare". Così sarebbe scoppiato "l'affare Montecarlo". A tal proposito il numero uno di Montecitorio riconosce con troppo ritardo: "So di dovere agli italiani, e non solo a chi mi ha sempre dato fiducia, la massima chiarezza e trasparenza al riguardo". Ecco il filmato: La verità di Fini su Montecarlo - "An, nel tempo, ha ereditato una serie di immobili. Tra questi, nel 1999, la famosa casa di Montecarlo, che non è una reggia anche se sta in un Principato, 50-55 metri quadrati, valore stimato circa 230 mila euro. Essendo in condizioni quasi fatiscenti e del tutto inutilizzabile per l'attività del Partito, l'11 luglio 2008 è stata venduta alla Società Printemps, segnalatami da Giancarlo Tulliani. L'atto è stato firmato dal Segretario amministrativo, senatore Pontone da me delegato, un autentico galantuomo che per 20 anni ha gestito impeccabilmente il patrimonio del partito, e dai signori Izelaar e Walfenzao. Il prezzo della vendita, 300 mila euro, è stato oggetto di buona parte del tormentone estivo. Dai miei uffici fu considerato adeguato perché superava del 30 per cento il valore stimato dalla società immobiliare monegasca che amministra l'intero condominio. Si poteva spuntare un prezzo più alto? E' possibile. E' stata una leggerezza? Forse. In ogni caso, poiché la Procura di Roma ha doverosamente aperto una indagine contro ignoti, a seguito di una denunzia di due avversari politici e poiché, a differenza di altri, non strillo contro la magistratura, attendo con fiducia l'esito delle indagini. Come ho già avuto modo di chiarire, solo dopo la vendita ho saputo che in quella casa viveva il signor Giancarlo Tulliani. Il fatto mi ha provocato un'arrabbiatura colossale, anche se egli mi ha detto che pagava un regolare contratto d'affitto e che aveva sostenuto le spese di ristrutturazione. Non potevo certo costringerlo ad andarsene, ma certo gliel'ho chiesto e con toni tutt'altro che garbati. Spero lo faccia, se non fosse altro che per restituire un po' di serenità alla mia famiglia". "Con il senno di poi mi devo rimproverare una certa ingenuità. Ma, sia ben chiaro: non è stato commesso alcun tipo di reato, non è stato arrecato alcun danno a nessuno. E, sia ancor più chiaro, in questa vicenda non è coinvolta l'amministrazione della cosa pubblica o il denaro del contribuente. Non ci sono appalti o tangenti, non c'è corruzione né concussione. Tutto qui? Per quel che ne so tutto qui. Certo anche io mi chiedo, e ne ho pieno diritto visto il putiferio che mi è stato scatenato addosso, chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo? E' Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel'ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me. E se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera. Non per personali responsabilità – che non ci sono – bensì perché la mia etica pubblica me lo imporrebbe". Le reazioni - Le reazioni dal mondo politico arrivano immediate. Per Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, Fini è come la Bella Addormentata: "Dopo aver taciuto per due mesi, e dopo che i suoi collaboratori ne hanno raccontato di tutti i colori,  ora Fini si presenta come la bella addormentata nel bosco, dicendo di non sapere nulla sulla casa di Montecarlo. E' un'offesa all'intelligenza degli italiani". Dalla Festa nazionale della Libertà a Milano, il ministro della Difesa Ignazio La Russa commenta insoddisfatto: "La montagna ha partorito il topolino perché i dubbi che c'erano prima rimangono. I dubbi di Fini sono anche i miei: non sa di chi sia la casa e continuiamo a non saperlo neanche noi. Mi pare che non ci sia nessuna novità, nessuna nuova notizia fornita dal presidente della Camera, tutto rimane esattamente come prima. L'appello a fare chiarezza non è stato esaudito". Delusco anche il deputato Massimo Corsaro (Pdl): "Dopo tanta attesa per il video messaggio, mi aspettavo che alle spalle dell'oratore comparissero Granata e Briguglio con un asciugamano avvolto sulla testa e mitragliatore in mano. Che delusione, né guardie d'onore né un Bocchino suadente. Solo chiacchere e distintivo e ancora tanta tristezza e delusione fra quanti lo avevano a lungo sostenuto, che non si interrogano sulla legittimità degli atti ma sulla moralità di chi custodiva il patrimonio di un'intera comunità ed oggi ancora lo definisce un affare privato".

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