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Misseri accusa la figlia e rivendica la violenza su Sarah

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Lo zio reo confesso avrebbe solo aiutato la figlia a occultare il cadavere. Ritrovata la corda

Eleonora Crisafulli
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Zio Michele cambia ancora. Misseri aggiunge un nuovo tassello di verità e di mistero sul delitto di Sarah Scazzi. Dopo la clamorosa ritrattazione che ha tirato esplicitamente in ballo la figlia Sabrina, accusata di essere l'autrice autonoma dell'omicidio della 15enne di Avetrana, ha “rivendicato” la violenza post-mortem sulla parente. Gli interrogatori eseguiti nel carcere di Taranto si sono prolungati in queste ore, assistiti dal legale Daniele Galoppa e dalla consulente di parte Roberta Bruzzone. Misseri ha voluto rendere dichiarazioni spontanee sul tragico pomeriggio del 26 agosto, cambiando per l'ennesima volta (la sesta) versione dei fatti,passando dall'addossarsi ogni responsabilità alla chiamata in correità della figlia Sabrina. L'ultimo cambiamento è il più decisivo: se le più recenti dichiarazioni dell'uomo fossero confermate, potrebbe non dover più rispondere del reato più grave, perché a uccidere sarebbe stata soltanto Sabrina. Ancora oscuro il movente: la 22enne potrebbe aver agito da sola perché pazza di gelosia nei confronti della cugina. Solo dopo l'omicidio, avvenuto per strangolamento con la cintura di Misseri (poi ritrovata e che sta per essere esaminata), sarebbe entrato in scena zio Michele, che avrebbe poi aiutato la figlia a occultare il cadavere, bruciare gli abiti e gli effetti personali della vittima, spiegandole che in caso di guai si sarebbe addossato la colpa. Non si esclude che Sarah sia stata uccisa in casa e non nella cantina dei Misseri, come finora sostenuto dal reo confesso. Per verificare una simile circostanza sono arrivati sul posto anche gli specialisti del Ris, che dovranno esaminare anche la cintura, possibile arma del delitto. La corda - Ma il vero colpo di scena è il ritrovamento della corda con cui Misseri calò il cadavere nel pozzo, che inchioderebbe la moglie  Cosima Serrano. Misseri l'ha prima descritta e ha poi indicato dov'era nascosta: si trovava all'interno dell'Opel Astra usata da Cosima, sua moglie. È quindi probabile che la donna fosse a conoscenza del delitto. Subito dopo il sopralluogo ad Avetrana, Michele ha condotto gli inquirenti in Contrada Mosca, dove aveva occultato il corpo di Sarah. Lì, nell'incavo di un albero, sono state ritrovate anche le chiavi che la ragazzina aveva con sé al momento dell'omicidio. Nella stessa direzione andrebbero anche le affermazioni della criminologa Bruzzone: "Il giallo di Avetrana contiene un secondo livello che non è ancora emerso". Da sabato nel tarantino si sono precipitati il procuratore aggiunto Pietro Argentino, il comandante del reparto operativo dei carabinieri Antonio Russo, la squadra della polizia giudiziaria della Procura, il sostituto procuratore Mariano Buccoliero e infine il procuratore capo Franco Sebastio e il comandante provinciale dei carabinieri Giovanni Di Blasio. Sono attese rivelazioni e sviluppi processuali forse già dalle prime ore di lunedì. L'ultima verità - L'uomo ha già cambiato sei volte la sua versione dei fatti, passando dall'addossarsi ogni responsabilità (compresa quella quasi esclusa della violenza sessuale post mortem) alla chiamata in correità della figlia Sabrina. Adesso sembrerebbe da prime indiscrezioni che l'uomo abbia ritrattato non solo il vilipendio, come già preannunciato dall'avvocato difensore, ma anche l'omicidio. A uccidere sarebbe stata Sabrina. La 22enne avrebbe agito da sola perché pazza di gelosia nei confronti della cugina. Misseri avrebbe poi aiutato la figlia a occultare il cadavere e bruciare gli abiti e gli altri effetti personali della vittima. Sopralluogo - L'uomo è stato portato stamani in via Deledda ad Avetrana per un nuovo sopralluogo nella villetta in cui si è consumato il delitto. Non si esclude che Sarah sia stata uccisa in casa e non nella cantina dei Misseri, come finora sostenuto dal reo confesso. Per verificare una simile circostanza sono arrivati sul posto anche gli specialisti del Ris.

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