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Lo spettacolo italiano in sciopero contro i tagli della Finanziaria

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Chiusi i set, fermi 250mila lavoratori. Bondi: "Mi impegno per proroga incentivi fiscali" /GUARDA LE FOTO

domenico d'alessandro
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Il mondo dello spettacolo italiano sciopera contro i tagli previsti dalla legge di stabilità recentemente approvata alla Camera. L'intera giornata di lunedì è stata dedicata, dai 250mila lavoratori italiani del settore, alla protesta e alla mobilitazione contro la riforma. Tutti gli attori e i macchinisti hanno incrociato le braccia, moltissimi cinema e teatri hanno chiuso le proprie porte. Le fiction e i film attualmente in realizzazione sono state sospese. Lo sciopero generale della cultura italiana è stato indetto dalle tre sigle sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil. Chiedono innanzitutto il reintegro del Fus, il contributo statale che nel 2008 ammontava a 450 milioni e che nella nuova Finanziaria pari a 288. I sindacati chiedono anche "l'approvazione delle leggi quadro di sistema dei settori dello spettacolo dal vivo e cineaudiovisivo, e la piena applicazione del titolo V della Costituzione e il suo adeguato finanziamento". Inoltre si richiede "la conferma del rifinanziamento per il prossimo triennio degli incentivi fiscali già esistenti, Tax Shelter e il Tax Credit", oltre allo stop alla "delocalizzazione delle produzioni". Giulio Scarpati (nella foto), presidente del Sindacato Attori Italiano affiliato ad Slc/Cgil, nel corso della manifestazione organizzata questa mattina a Roma al Cinema Adriano, ha chiesto un incontro con il CdA della Rai e con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti proprio per discutere sullo spostamento di ingenti risorse verso l'estero. Molti set e produzioni sono rimasti chiusi per tutto il giorno: tra questi ci sono quelli di film e fiction molto noti e attesi ("Manuale d'amore 3", "Agrodolce", "Natale in Africa", "Un medico in famiglia 7", "Squadra antimafia 3", "Habemus Papam" di Nanni Moretti). Opposizione e Udc hanno espresso solidarietà nei confronti dello sciopero, mentre il ministro della Cultura Sandro Bondi ha affermato: "Non posso non comprendere le ragioni della protesta del mondo dello spettacolo che, nonostante certe strumentalizzazioni politiche, pongono problemi reali. Ribadisco il mio impegno a ottenere la proroga degli incentivi fiscali a favore del cinema, una misura liberale che senza gravare sulle casse dell'erario ha un effetto positivo per lo sviluppo dell'economia, e di un necessario reintegro del fondo unico per lo spettacolo per non scendere al di sotto degli attuali livelli, già insufficienti, dell'offerta culturale. Spero che - ha concluso Bondi - l'allarme lanciato oggi dal mondo dello spettacolo aiuti a trovare entro l'anno un soluzione positiva, che consenta di programmare i calendari del prossimi anno".

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