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Giornata mondiale per la lotta all'Aids

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ActionAid lancia l'allarme: il virus è cresciuto di 12 volte negli ultimi 5 anni

Andrea Tempestini
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“Secondo le Nazioni Unite il 2010 sarebbe dovuto essere l'anno del raggiungimento dell'accesso universale alle cure per Hiv e Aids. In realtà, le persone sottoposte ai trattamenti sono solo un terzo di quante ne avrebbero urgentemente bisogno”. Questa la denuncia di ActionAid che mercoledì 1 dicembre, in occasione della giornata mondiale per la lotta all'Aids, lancia “Ogni promessa è debito: l'Italia e la lotta all'Aids”, rapporto che analizza il ruolo dell'Italia nella lotta all'Aids rispetto a due elementi fondamentali: le risorse e il rafforzamento dei sistemi sanitari.   “Cinque milioni di persone sono state sottoposte al trattamento anti-retrovirale, una crescita di 12 volte negli ultimi 5 anni. Ma non dobbiamo farci ingannare”, afferma Marco Simonelli, curatore del rapporto. “Sebbene le risorse impegnate dalla comunità internazionale dei donatori siano raddoppiate negli ultimi 4 anni, rimane ancora elevata la distanza tra le risorse disponibili e quelle necessarie per combattere la pandemia. Nel corso del 2010, inoltre, lo sforzo fatto per aumentare le risorse si è interrotto a causa della crisi economica globale”.   “Oltre ad incrementare le risorse è necessario investire nella qualità degli aiuti passando da un approccio ‘verticale' - volto a contrastare la fase di emergenza della pandemia - a un approccio trasversale costituito da interventi per rafforzare i sistemi sanitari nel loro complesso”, continua Simonelli. “Senza un investimento serio nelle strutture e nel personale ospedaliero dei paesi del Sud del mondo, qualsiasi sforzo destinato a incrementare e migliorare l'accesso alle cure sarà insufficiente”.   “Nell'ultimo decennio l'Italia ha contribuito alla lotta all'Aids per l'80% attraverso il Fondo Globale per la lotta contro l'Hiv - Aids, la tubercolosi e la malaria e per il restante 20% attraverso accordi bilaterali con i singoli Paesi beneficiari”, conclude Simonelli.  Nelle scorse settimane si è parlato molto dei risultati incoraggianti che la ricercatrice Barbara Ensoli e la sua equipe hanno raggiunto riguardo al Tat, un vaccino per l'Hiv, per il momento ancora in fase sperimentale. Negli stessi giorni sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine i dati riguardanti l'ampia sperimentazione del Truvada, subito ribattezzata 'Pillola del giorno prima", che sembrerebbe aver diminuito il numero dei contagi nelle categorie a rischio di trasmissione per via sessuale.

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