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Caso Abu Omar, prosciolti Pollari e Mancini

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Verdetto del Tribunale di Milano in Appello: i militari italiani non giudicabili per il rapimento dell'imam egiziano nel 2003

Giulio Bucchi
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Il tribunale di Milano ha prosciolto Nicolò Pollari e Marco Mancini, rispettivamente direttore del Sismi e ufficiale dei Carabinieri sotto processo per il rapimento dell'imam egiziano Abu Omar avvenuto il 17 febbraio 2003 a Milano. La sentenza d'Appello è arrivata dopo quattro ore di riunione in Camera di consiglio. SEGRETO DI STATO - I giudici della corte di Appello, confermando la sentenza di primo grado, hanno dichiarato non giudicabili Pollari e Mancini per l'esistenza del segreto di Stato. Per lo stesso motivo, anche altri tre agenti del Sismi sono stati prosciolti. Per Pio Pompa e Luciano Seno, sui quali pendeva l'accusa di favoreggiamento, la pena è stata ridotta da tre anni a due anni e otto mesi.  La Corte ha riformato in modo parziale anche alcune condanne nei confronti di 23 agenti della Cia coinvolti nel processo. "MOLTO SODDISFATTO" - Il generale Nicolò Pollari, si è detto "molto soddisfatto" per la sentenza del processo milanese d'appello sulla vicenda delle cosiddette "extraordinary rendition", i sequestri effettuati in collaborazione con la Cia in territorio non americano. Il legale di Pollari, l'avvocato Nicola Madia, ha sentito il suo assistito telefonicamente subito dopo la lettura del dispositivo processuale. "Pollari", ha spiegato l'avvocato, "è molto soddisfatto, perché ha allontanato l'amaro calice, perché avrebbe potuto andare incontro a una condanna anche da innocente. Madia ha poi chiarito che Pollari "avrebbe potuto dimostrare la sua innocenza nel processo, se la vicenda non fosse stata coperta dal segreto di Stato". AGENTI CIA - Sono ventitre gli agenti della Cia condannati nel processo d'appello per il sequestro dell'ex Imam di Milano, Abu Omar. Uno, Robert Seldon Lady, è stato punito con nove anni di reclusione, gli altri ventidue con sette anni. "DIGNITA' PER POLLARI" - "Questa sentenza restituisce la dignità e l'onore a Pollari, il quale, comunque, sarebbe stato disposto a subire una condanna pur di non violare il segreto di Stato". Così ha continuaton Nicola Madia. Il legale ha aggiunto che il segreto di Stato ha impedito a Pollari di far valere i documenti che "dimostrano inconfutabilmente la totale estraneità dalle accuse. Pollari era pronto a subire una condanna da vero servitore dello Stato, pur di non violare il segreto". Madia ha anche espresso soddisfazione per la riduzione della condanna agli altri due suoi assistiti, Seno e Pompa, condannati a due anni e otto mesi e che, soprattutto, rispetto al primo grado, non dovranno risarcire Abu Omar e la moglie, come aveva stabilito il tribunale.

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