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L'Abruzzo va al Pdl, crolla il Pd

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Veltroni battuto da Di Pietro

Silvia Tironi
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È Gianni Chiodi il nuovo governatore dell'Abruzzo. Il candidato del Pdl ha vinto le elezioni regionali con il 48% dei voti, mentre il candidato del centrosinistra, Carlo Costantini, si è fermato al 42. Sin dai primi risultati parziali era risaltato il distacco tra i due che in certi momenti aveva sfiorato anche il 10% prima di diminuire, ma era evidente che la regione scossa dallo scandalo tangenti la scorsa estate (arresto dell'ex presidente Ottaviano Del Turco compreso) sarebbe andata al centrodestra. Per il Partito democratico di Veltroni si tratta di un ko che ha sollevato parecchie polemiche all'interno del partito. Se da una parte il giornale Europa chiede al leader di distaccarsi completamente dall'Italia dei valori di Antonio Di Pietro (“ora Veltroni deve essere conseguente con la lezione appresa: continuare a trascinare l'alleanza con Di Pietro, a ogni livello, è per il Pd un puro suicidio”, si legge nell'editoriale del numero oggi in edicola), dall'altra c'è chi si rammarica della mancata alleanza con l'Udc. Di Pietro ha colto l'occasione per pungolare nuovamente Veltroni: “Noi dell'Italia dei Valori abbiamo rilanciato la questione morale senza la quale i cittadini vedono che nulla cambia: in Abruzzo abbiamo quintuplicato il nostro risultato,  ha spiegato l'ex pm. “I partiti che non sono né carne né pesce - chiosa - che fanno riunioni, che dicono "ma anche" e che non si decidono, vengono puniti”. Il diretto interessato, di fronte ad un Pd sceso sotto il 20%, parla di malessere prima di tornare ad accusare Berlusconi: “C'è malessere, stanchezza e critica anche nei nostri confronti. Dobbiamo fare di più sulla questione etica - aggiunge -. Dobbiamo essere sereni con noi stessi e poi con gli altri. Ma Berlusconi non si può permettere di parlare, il 10% dei suoi parlamentari ha problemi di questo tipo”. Esulta invece, e non potrebbe fare altrimenti, il premier: il risultato “è la conseguenza di chi ha regalato le chiavi del partito nelle mani di Di Pietro. Le urne hanno dimostrato che il Partito democratico è ridotto ai minimi termini, guidato ormai dall'Italia dei Valori, mentre la vittoria che si sta prefigurando rappresenta l'affermazione del buon governo”. Arrestato il sindaco di Pescara Intanto il Pd abruzzese deve fare i conti con l'arresto di Luciano D'Alfondo, sindaco di Pescare e segretario regionale del partito. L'inchiesta che ha portato al suo arresto riguarda due accordi di programma, lavori pubblici tra cui la gestione dei cimiteri e la riqualificazione dell'area di risulta dell'ex stazione ferroviaria. Tra le accuse oltre altre alla concussione, corruzione e peculato c'è anche quella di truffa dal momento che la presunta distrazione di denaro veniva impiegata apparentemente per la pubblicità istituzionale. Un giro di tangenti da 200mila euro.

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