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E Gianfranco scappa: "Lega, non ci sarà nessun dibattito sul mio ruolo"

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Il presidente della Camera sulla richiesta del Carroccio: "Indebolirebbe terzietà della carica"

Giulio Bucchi
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"Un dibattito sul ruolo del presidente della Camera affievolirebbe la terzietà della carica, quindi è inammissibile". A dirlo non è un costituzionalista, ma lo stesso presidente della Camera Gianfranco Fini, che sfugge così alla richiesta della Lega presentata mercoledì. "Ove si intenda promuovere un dibattito in termini generali sul ruolo e sulle funzioni del presidente di assemblea parlamentare nel nostro ordinamento - ha risposto formalmente Fini alla richiesta del deputato del Carroccio Reguzzoni -, anche al fine di intervenire sui richiamati principi di ordine costituzionale e regolamentare, ciò può senz'altro aver luogo, attivando gli specifici strumenti previsti a tale scopo: in particolare, attraverso la presentazione di apposite iniziative di riforma costituzionale o di modifica al regolamento, il cui esame è rimesso alle sedi competenti". Fuor di burocratese, Fini non vuole che un dibattito alla Camera metta in luce la mancanza di sostegno alla sua persona a Montecitorio. La Lega, infatti, non aveva chiesto formalmente le dimissioni del leader di Futuro e Libertà, ma semplicemente una "verifica sulla sua terzietà".

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