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Battisti, Frattini: "Ricorreremo a Corte dell'Aja"

Governo contro il Brasile per riavere il terrorista. Il Ministro: "Precedente grave" /DITE LA VOSTRA

Giulio Bucchi
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L'Italia va in pressing su Dilma Rousseff e il Brasile per riavere Cesare Battisti. Sabato il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spedito una lettera ufficiale alla neo-presidente per chiederle di annullare la mancata estradizione decisa dal suo predecessore Lula. In un'intervista al Corriere della Sera, Frattini ha ribadito che il caso Battisti rappresenta "un precedente gravissimo che potrebbe influire sul destino di tanti latitanti". "L'Italia - ha aggiunto il capo della Farnesina - non lascerà nulla di intentato. Pensiamo di portare il caso alla Corte internazionale dell'Aja". E poi un attacco pesante al Brasile: "Con tutto il rispetto, non è l'Italia il Paese dei desaparecidos, non è qui che in galera si tortura, si uccide o vengono fatti sparire i detenuti. Non può passare il segnale che il Brasile è il Paese dove si può ripetere il caso Battisti. Non è accettabile che dopo la dottrina Mitterand si diffonda l'idea che esiste una dottrina Lula". In ballo c'è anche il progetto di partnernariato tra Italia e colosso sudamericano: "Non sarà facile approvarlo - prevede Frattini - Potrebbe essere rinviato, la lotta al terrorismo non può tollerare buchi neri simili". RELAZIONI A RISCHIO - Critico con il Brasile è anche il ministro della Difeda Ignazio La Russa, che alla Stampa ribadisce quanto affermato da Frattini: il no all'estradizione dell'ex terrorista condannato in Italia per quattro omicidi mette a rischio "le relazioni commerciali" tra i due Paesi. L'Italia, spiega La Russa,"punta sulla Corte Costituzionale brasiliana e sul fatto che il nuovo presidente dovrà adeguarsi". Poi la stoccata a Lula che, "pur essendo una personalità di rilievo, non ha mai dimenticato i suoi orientamenti politici e culturali. È un problema di richiamo della foresta tra ambienti radical-chic francesi e dell'estrema sinistra brasiliana". CRITICHE DAI GIUDICI - La decisione di Lula è stata aspramente criticata anche dal Supremo Tribunale brasiliano, che si era espresso in senso favorevole alla estradizione. Proprio un ex giudice del massimo organo di giustizia di Brasilia, Carlos Velloso, ha definito la posizione dell'ex presidente senza "basi giuridiche, ma è ideologica e anche incomprensibile, visto che la stessa sinistra europea non concorda con ciò che ha fatto Battisti". Il precedente, per Velloso, è grave: "Non era mai successo che una sentenza del Stf non venisse rispettata, non c'è nessuna parola nella legge che autorizzi il capo dello Stato a non rispettare una decisione riguardo un'estradizione". "La decisione del tribunale, conclude Velloso, "doveva semplicemente essere applicata da Lula". Voi cosa ne pensate? Scrivete a "Libero" la vostra opinione. Guarda il videomessaggio di Maurizio Belpietro.

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