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Bossi e l'Unità d'Italia: "La festa? Il federalismo"

Il Senatùr risponde a Napolitano: "Realizziamo progetto di Cavour". Capo Stato in serata: "Superare vizio centralismo statale"

Giulio Bucchi
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"Celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia senza il federalismo, con tutto ancora centralizzato a Roma, sarebbe una cosa negativa". Umberto Bossi risponde così al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva chiesto di non ritrarsi dalle celebrazioni per la ricorrenza perché non gioverebbe alle "legittime istanze di riforma federalistica". Secondo il leader del Carroccio, da sempre sostenitore di una riforma in senso federalista, "bisognerebbe almeno a realizzare il progetto di Cavour". STOCCATA ALLA LEGA - Napolitano aveva parlato in occasione dell'apertura, a Reggio Emilia, delle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia. Il presidente della Repubblica ha ricevuto gli onori militari passando in rassegna gli schieramenti della Guardia civica con la divisa tradizionale, dell'Esercito, dell'Aeronautica militare, della Guardia di finanza e della brigata Cavalleria. "Ritrarsi o trattenere le istituzioni dall'impegno per il centocinquantenario, che è impegno a rafforzare le condizioni soggettive di un'efficace guida del Paese, non giova a nessuno", ha dichiarato il presidente della Repubblica, rivolgendosi alla Lega Nord. "Non giova", ha aggiunto Napolitano intervenendo all'apertura delle celebrazioni per l'Unità d'Italia, "a rendere più persuasive, poterndo invece solo indebolirle, legittime istanze di riforma federalistica e di generale rinnovamento dello Stato democratico". LA REPLICA DI ZAIA -  "La miglior risposta che il Parlamento può dare alle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia è approvare il federalismo". Questo il commento di Luca Zaia, il presidente leghista della Regione Veneto. "Il federalismo", ha continuato, "è un movimento centrifugo, non centripeto: unisce se si fa. E poi la riforma era già nelle intenzioni dei padri costituenti nel 1948, ma non è mai stata attuata".   Non solo, ha aggiunto, "e lo stesso Napolitano ha spiegato che il federalismo non è più una scelta ma una necessità. Dunque è il tempo che la necessità diventi realtà". RISPETTARE TRICOLORE E COSTITUZIONE - Quindi il Capo dello Stato ha proseguito con un richiamo al rispetto della Costituzione  e del Tricolore, soprattutto per chi ha responsabilì di governo. “Dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto che vengano sottoposti a revisione quei principi fondamentali della nostra Costituzione", ha detto il Capo dello Stato riferendosi all'articolo 12 della Carta, "ciò dovrebbe significare che per tutti è pacifico l'obbligo di rispettarli. Comportamenti dissonanti, con particolare riferimento all'articolo sulla bandiera tricolore", ha aggiunto, "non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiamo ruoli di rappresentanza e di governo” NAPOLITANO, "VIZIO CENTRALISMO STATALE" - In serata, nella velata polemica a distanza con Umberto Bossi, è arrivata l'ultima battuta del presidente della Repubblic. Il Capo dello Stato ha sottolineato che le celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'Unità "vogliono richiamare l'attenzione su un cammino che è stato anche difficile e complesso e che necessita di un superamento di vizi di origine della nascita dello Stato unitario". Secondo Napolitano, il cammino ha trovato il suo sbocco naturale nella Costituzione, che è in continuo divenire: "La Costituzione ha previsto un articolo che valorizza le autonomie locali", e oggi "c'è un cantiere in corso per la riforma del Titolo V. Il nostro Stato", ha concluso Napolitano, "lo abbiamo ereditato con le sue tare, tra cui il vizio di origine del centralismo statale d'impornta piemontese, ma è fondamentale che operiamo per cambiarlo e ci adoperiamo per superare queste tare con spirito unitario". Parole che, in qualche modo, sembrano riconoscere l'importanza prioritaria delle riforme in senso federalista. CALDEROLI SODDISFATTO - Le frasi del Capo dello Statohanno fatto felice Roberto Calderoli, ministro alla Semplificazione Normativa. "Ogni parola di Napolitano è una sorpresa positiva. Oggi non mi ero sbagliato nel ringraziarlo per la sua analisi dell'importante momento storico, e le sue parole sulle tare del centralismo ne sono una conferma". CIMENTARSI COME NAZIONE UNITA - "Non ripeterò le preoccupazioni per le difficoltà e le durezze delle prove che attendono e incalzano l'Italia", ma "la premessa per affrontarle positivamente, mettendo a frutto tutte le risorse su cui possiamo contare, sta in una rinnovata coscienza del doversi cimentare come nazione unita, come Stato Nazionale aperto a tutte le sfide, ma non incline a riserve e ambiguità sulla sua propria ragione d'essere e tanto meno a impusli diasggregativi che possono minare l'essenzialità delle sue funzioni dei suoi presidi e della sua coesione", ha continuato Napolitano, facendo ancora leva sulla necessità di coesione, aggiungendo che "questo 7 gennaio più che mai" deve essere "pegno della nostra determinazione nel riaffermare, tutelare e rinsaldare l'unità nazionale". LE PRESENZE -All'avvio delle celebrazioni in piazza Trampolini, erano presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, i tre sindaci di Roma, Torino e Firenze, che tra poco riceveranno una copia del primo Tricolore dal presidente della Repubblica, rispettivamente Gianni Alemanno, Sergio Chiamparino e Matteo Renzi. In piazza Trampolini anche l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, oltre a tutte le istituzioni locali. IL PROGRAMMA - Napolitano visiterà la Sala del Tricolore, per partecipare alla cerimonia di consegna delle copie del primo Tricolore ai sindaci e della Costituzione italiana a tre studenti in rappresentanza delle scuole reggiane. Successivamente, inaugurerà le mostre 'La Bandiera proibita. Il Tricolore prima dell'unita' e 'Le strade delle Bandiera. Reggio Emilia città del Tricolore', per raggiungere, infine, il teatro Municipale Valli, dove interverrà verso le 11. La visita di Napolitano in Emilia proseguirà domani mattina al Teatro Diego Fabbri di Forlì, dove il capo dello Stato inconterà gli amministratori locali, e si concluderà sabato pomeriggio a Ravenna al Teatro Alighieri e in comune dove è previso un omaggio a Benigno Zaccagnini (segretario della Democrazia Cristiana dal 1975 al 1980, scomparso nel 1989) e ad Arrigo Boldrini (1915-2008), mitico comandante partigiano "Bulow", fondatore e segretario dell'ANPI dal 1947.

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