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Tucson, il killer rischia la pena di morte

Il 22enne accusato di 6 omicidi e che ha ridotto in fin di vita la Giffords fa scena muta in Aula

Cristina Dei Poli
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Il giovane che ha compiuto il massacro di Tucson, in cui sono morte sei persone e che ha ridotto in fin di vita le deputata democratica del Congresso, Gabrielle GIfford, è comparso per la prima volta davanti a un giudice federale, in Arizona. LE VITTIME - Ammanettato, con la testa rasata, vestito con l'uniforme grigio-verde oliva del carcere, Jared Lee Loughner, 22 anni, è apparso nel tribunale federale di Phoenix due giorni dopo aver aperto il fuoco. Tra le vittime del suo raptus di follia, anche il giudice federale John Roll, e una bimba di nove anni, Christina Taylor Green. Inoltre sono rimaste ferite altre quattordici persone. La Giffords è stata colpita al cranio da una pallottola ed è tutt'ora ricoverata in uno stato critico, ma che i medici definiscono stabile. L'ACCUSA - Nel corso dell'audizione, durata tredici minuti, il giovane ha parlato poco, limitandosi a ciondolare la testa davanti al microfono e scandendo le parole con una voce monotona. Quando gli è stato chiesto se è consapevole di quello che rischia, ha detto di aver capito che rischia di passare il resto dei suoi giorni in carcere o la pena di morte. Il ragazzo, a cui è stata negata la libertà su cauzione, rimarrà in carcere fino alla prossima udienza, il 24 gennaio. Il giovane è stato accusato di cinque crimini (tentato omicidio di un membro del Congresso, omicidio di primo grado di due impiegati federali e tentato omicidio di due dipendenti federali). PENA DI MORTE - Non è chiaro se il ministero della Giustizia richiederà la pena capitale; ma sembra sempre più probabile, considerati i primi risultati delle indagini, da cui è emerso che il giovane, mentalmente instabile, pianificò metodicamente l'assassinio della Giffords.

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