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Per la bara di Mike chiesti 300mila euro. Trattativa sfumata all'ultimo secondo

Caso Bongiorno: un intermediario li avrebbe dovuti lanciare da un treno il 18 febbraio. La famiglia smentisce

Andrea Tempestini
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Per riavere la salma di Mike Bongiorno, rubata il 24 gennaio, sono stati chiesti 300mila euro. Questa la somma richiesta dai rapitori al figlio del presentatore, Niccolò. A rivelarlo è stato il settimanale Oggi, che in un articolo spiega come le richieste di riscatto siano state fatte arrivare alla famiglia del presentatore tramite una serie di avvisi in codice pubblicati su un quotidiano svizzero. Secondo quanto previsto dai rapitori, il denaro avrebbe dovuto essere gettato da un treno in corsa venerdì 18 febbraio da un membro della famiglia Bongiorno. Ma pochi secondi prima del lancio, l'intermediario è stato raggiunto telefonicamente dalla banda che ha spiegato: "L'accordo è saltato, non se ne fa niente". Secondo quanto è trapelato, la trattativa sarebbe completamente da rifare, e il prezzo del riscatto sarebbe lievitato fino al doppio della cifra. Immediata è arrivata la smentita dei famigliari di Bongiorno.

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