Con Libero i 'Diari del Duce': la sinistra li userà per colpire Silvio
Gratis col quotidiano le carte di Mussolini. Gli anti-Cav s'arrabbiano ma sono solo documenti / BELPIETRO
So già che cosa diranno i giornali e i politici di sinistra quando vedranno il fascicolo che in questo momento, cari lettori, tenete fra le mani. Lo so perché l'hanno già detto e scritto mesi fa, quando ebbi l'idea di allegare a Libero i dvd con i discorsi integrali di Benito Mussolini. Ci accuseranno di fare apologia del fascismo, di andare a stuzzicare antiche nostalgie per il Duce, di non avere rispetto per la Resistenza. Anzi, sono certo che questa volta s'indigneranno ancora di più e arriveranno a tirare in ballo anche Silvio Berlusconi e fra poco vi spiegherò il perché. Stacca e conserva gli inserti: leggi le istruzioni Quelli che pubblichiamo sono i Diari del Duce, mandati in libreria con successo di vendite alcuni mesi fa dall'editore Bompiani, uno dei più prestigiosi del nostro Paese. Questi diari hanno un sottotitolo: “Veri o presunti”. Da decenni infatti storici, giornalisti ed esperti di ogni genere discutono della loro autenticità. Nessuno, fino ad oggi, è riuscito a dimostrare con prove schiaccianti che si tratti di materiale autentico al cento per cento, cioè che tutte le pagine siano il prodotto della penna di Benito Mussolini in persona. Ma è anche vero che nessuno è riuscito a dimostrare il contrario, cioè che si tratti di un falso. Eppure ci hanno provato in molti, soprattutto da quando nella lunga e appassionante vicenda di queste agende mussoliniane è entrato in gioco il senatore Marcello Dell'Utri. È stato lui, infatti, a riportarle all'onore della cronaca pochi anni fa. Essendo un bibliofilo, conosce molti librai antiquari e uno di questi lo ha informato dell'esistenza di alcuni documenti riconducibili a Benito, in possesso di un notaio in Svizzera. Quando Dell'Utri ha potuto esaminarli, si è accorto che si trattava di diari nei quali il capo del fascismo annotava gli avvenimenti quotidiani, segnava le sue impressioni e le valutazioni politiche. Il senatore non li acquistò, perché la cifra richiesta era troppo alta, ma si convinse che il materiale fosse autentico. Appena si seppe la notizia, iniziarono le polemiche. L'Espresso pubblicò un lungo servizio per dimostrare che si trattava di ciarpame, di un falso a tutti gli effetti. Ma non riuscì a trovare argomenti convincenti. Ormai, però, sostenere che i diari erano fasulli era diventata una sorta di missione per i progressisti. Già è difficile per loro riflettere senza pregiudizi su documenti riguardanti il Ventennio, figuriamoci poi se le carte hanno a che fare in qualche modo con una persona vicina al leader del PdL: bisogna a tutti i costi insinuare che si tratti di una truffa. Ma che cosa sono davvero questi diari del Duce? Si tratta di cinque agende relative agli anni che vanno dal 1935 al 1939. Quello che pubblichiamo è il volume relativo al '39, il primo stampato da Bompiani alla fine dello scorso anno. È particolarmente interessante, perché in quel periodo la Seconda guerra mondiale stava per dilaniare l'Europa e in Italia erano già state approvate le sciagurate leggi razziali. Tutto ciò nel diario viene commentato. Non sto a dilungarmi troppo sui contenuti - perché li avete sotto gli occhi - e nemmeno sui dettagli della storia delle agende, perché Libero ha allegato qualche mese fa un libro che riassume nei particolari tutta la vicenda. Preferisco spiegarvi come mai abbiamo deciso di pubblicare le annotazioni di Mussolini. Di certo non perché siamo fanatici del regime. Vi assicuro che in redazione non giriamo con il fez e la camicia nera né indossiamo gli stivaloni. Semplicemente, non ci è simpatico chi alla realtà storica preferisce l'ideologia. Per lo stesso motivo decisi di diffondere i dvd con i discorsi di Benito: quando furono disponibili su Internet, vennero immediatamente censurati, anche se un numero impressionante di persone li aveva scaricati sul telefonino. E la censura non ci piace, specialmente se riguarda documenti storici che interessano tanti italiani. Così come non ci piace chi sostiene che questi diari sono finti soltanto perché sono firmati da Mussolini e perché è stato un politico di centrodestra a riportarli d'attualità. A questo proposito voglio raccontarvi soltanto un episodio. Quando Bompiani mandò in libreria il primo volume, Gad Lerner organizzò una puntata dell'“Infedele” sull'argomento, con Dell'Utri in studio. L'occasione era troppo ghiotta: Silvio Berlusconi aveva citato pubblicamente i diari in alcune occasioni. Dunque Gad voleva stabilire un parallelo fra lui e il Duce. Oltre a sostenere che siamo sottoposti a un regime, intendeva dimostrare che il berlusconismo ha sdoganato il Ventennio nel tentativo di distruggere l'antifascismo. Secondo lui, e anche secondo molti altri delle sue stesse tendenze politiche, la pubblicazione di questi diari serviva a far emergere il “lato buono” dell'uomo di Predappio. State certi, cari lettori, che noi non vogliamo fare alcuna apologia. Questi documenti non cambiano nulla della realtà storica che conoscete, non vogliono cancellare nessuno dei tragici e irrimediabili errori commessi dal fascismo. Però ci piacerebbe che foste voi a giudicare con la vostra testa. Non sono uno storico e dunque non so dirvi se i diari siano autentici al 100% oppure si tratti, come sostengono alcuni, di copie degli originali contenenti alcuni errori o chissà che altro. Mi sembra giusto che questo materiale venga pubblicato, che sia possibile per tutti gli studiosi esaminarlo, che divenga accessibile per chiunque voglia consultarlo. Chi cerca di impedirne la diffusione è in malafede. Lo fa perché vuole accreditare l'idea che il fascismo sia stato il Male assoluto, che su questo periodo della nostra storia non si possa riflettere liberamente e senza condizionamenti dettati dalla politica. Adesso, cari amici, la palla passa a voi. Questi sono i Diari del Duce, veri o presunti. Non dovete fare altro che sfogliarli. Buona lettura. di Maurizio Belpietro