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Deputati comprati dal Cav? Bugia. Ma i pm non si arrendono

Verso archiviazione l'inchiesta sui parlamentari che hanno cambiato partito. Idv denunciò dopo 2 defezioni / NUZZI

Federica Lazzarini
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L'inchiesta sulla compravendita di deputati nata da un esposto di Antonio Di Pietro  presentato lo scorso dicembre dopo l'addio dei suoi deputati Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, va verso l'archiviazione. La procura di Roma negli ultimi tre mesi ha sentito un paio di volte il leader dell'Idv, ha acquisito documentazione ma non è riuscita ad affrontare uno scoglio insuperabile. E cioè determinare il reato che si sarebbe consumato (sempre per ipotesi) da parte del parlamentare che cambia gruppo di appartenenza, magari ricevendo anche in seguito delle prebende. «In Italia non esiste il reato di corruzione elettorale – spiega una fonte di piazzale Clodio – e quindi anche se quanto ipotizzato da Di Pietro e da altri si fosse verificato, sarebbe difficile da dimostrare e giuridicamente arduo qualificarlo come reato». Una linea che non sembra determinare contrasti tra la dirigenza della procura e i pubblici ministeri che hanno seguito le prime battute dell'inchiesta. Anche perché in questi 90 giorni di indagini non sarebbero stati raccolti elementi tali da poter configurare reati satellite. I PROCEDIMENTI Così tutti i procedimenti sulla presunta “compravendita”, non ci sono i due esposti dell'Idv presentati a metà dicembre, ma anche altri depositati successivamente, potrebbero finire presto dal giudice per le indagini preliminari con una richiesta di archiviazione da parte della procura.  Una mossa che toglierebbe qualsiasi caratura giudiziaria alle aspre polemiche che si sono scatenate negli ultimi mesi sull'emorragia di deputati che da gruppi diversi lasciavano l'opposizione per il gruppo misto o andavano a confluire nella maggioranza colmando quei vuoti lasciati da Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. Di Pietro invece dietro i “cambi di casacca” intravedeva una compravendita: «Ci sono comportamenti in Parlamento – dichiarò - finalizzati a modificare gli assetti. Ho indicato anche i mandanti». In questo scenario potrebbe però arrivare qualche colpo di scena, qualche elemento di novità da seguire con attenzione. Ad esempio, la procura di Milano potrebbe trasmettere ai colleghi della capitale gli approfondimenti disposti sui conti correnti di Silvio Berlusconi dai quali emergono cospicui prelevamenti in contanti da parte del premier nei giorni dello scorso dicembre. Una massa di denaro per operazioni non tracciabili, per pagamenti brevi manu che possono ben essere motivate con il tenore di vita di Berlusconi, tra i più ricchi d'Italia, ma che possono determinare accertamenti da parte degli organi competenti visto che la banca deve necessariamente segnalare l'operazione alla banca d'Italia. I punti interrogativi sollevati da più parti (non da ultimo da Giuseppe D'Avanzo su Repubblica qualche giorno fa) rispecchiano lo stupore di chi, negli ambienti investigativi tra Milano e Roma, ben coglie l'occasione per un altro potenziale affondo sul premier.  Se tutto è commisurato al reddito, è abbastanza scontato che Berlusconi a dicembre effettui acquisti natalizi come tutti i comuni mortali,  non necessariamente tramite bonifici bancari (!) o utilizzando una carta di credito. Né in Italia sono vietati regali in denaro altrimenti significherebbe determinare la rivolta di figli e nipoti che verranno privati della loro “busta” sotto l'albero. Ma si tratta di questo o di altro? IL FALLIMENTO Difficilmente le possibili segnalazioni dello Sco e della GdF se mai verranno inviate a Roma andranno a confluire in procedimenti già aperti anche perché significative spese in contanti allo stato è solo un mero fatto per taluni sorprendente ma lontano dall'essere anche un semplice indizio. Infine, discorso diverso, ma ancora in una fase assolutamente iniziale, sono le verifiche su possibili “acquisti” di seggi parlamentari da parte di soggetti che volevano, “costi quel che costi”, sedere in Parlamento. Su  questo punto ci sono delle dichiarazioni testimoniali, sembra raccolte inizialmente da una procura del sud, ma nulla di preciso. di Gianluigi Nuzzi

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