Cerca
Cerca
+

A Tripoli fuoco della contraerea. Guerra nei cieli

Bengasi, spunta video della strage. La voce: "Gheddafi in un rifugio vicino a Capitale". Giù un caccia lealista. Repressione del regime a Misurata e Zintan

domenico d'alessandro
  • a
  • a
  • a

Nella quarta giornata dell'operazione Oyssey Dawn, la Francia ha ripreso le incursioni militari e la coalizione internazionale ha lanciato missili contro obiettivi strategici nella capitale e in particolare a Bengasi, dove sono state distrutte due installazioni radar in una base. I militari di Muammar Gheddafi (che sarebbe nascosto in un rifugio sotterraneo attorno a Tripoli) si sarebbero ritirati di circa 100 chilometri. Esplosioni sono state segnalate anche a Zintan, Sirte e Sabha, alcune tra le roccaforti del Colonnello. La tv di Stato libica ha duramente accusato la Danimarca di avere eseguito l'attentato di domenica contro il compound di Bab al-Aziziya, a Tripoli, dove si trova uno dei bunker del Raìs. Ma teatro di guerra, martedì, è diventato anche il cielo: i caccia della coalizione internazionale hanno attaccato un velivolo militare libico in volo verso Bengasi: lo afferma Al Jazeera, che riferisce che l'attacco è avvenuto mentre il caccia libico sorvolava una zona che dista 60 chilometri dalla città. Violenti scontri anche a Zintan, dove secondo alcuni testimoni ci sarebbero almeno dieci morti. Il ministro delle Forze armate di Londra, Nick Harvey, ha dichiarato di non escludere un intervento di terra delle truppe britanniche in Libia. "Non credo che in questa fase possiamo prevederlo o escluderlo del tutto", ha dichiarato Harvey alla Bbc. Spuntano poi delle immagini: un video che è una prima testimonianza delle violenze perpetrate nella città di Bengasi. OPERAZIONI MILITARI - Come in tutte le precedenti giornate di guerra, anche martedì con il calare dell'oscurità le operazioni militari si sono intensificate. Intorno alle 19.30 due F16 italiani sono decollati dalla base di Trapani Brigi, da cui in precedenza altri quattro F16 erano partiti e rientrati. Come più volte sottolineato dalle autorità italiane, questi velivoli vengono impiegati per intercettazioni di aerei sospetti e per azioni di combattimento aria-terra. A Tripoli, in serata, si è appreso che è ricominciato il fuoco della contraerea. Il Pentagono ha poi dato comunicazione che nelle operazioni di martedì le forze della coalizione impegnate nel mantenimento della no-fly zone sulla Libia hanno sganciato 20 missili Tomahawk nella notte passata: in totale, durante l'operazzioni Odyssey Dawn, sono stati lanciati 159 missili da navi e sottomarini di Regno Unito ed Usa. CACCIA FRANCESI - Nel giorno delle polemiche relative alla guida della missione in Libia (cresce il fronte che vuole a capo la Nato) la Francia ha annunciato che potrebbe estendere le sue operazioni militari al di là dell'area di Bengasi a partire da mercoledì. L'annuncio è stato dato da un portavoce delle forze armate del governo di Parigi. Inoltre, sempre tra le fila dell'esercito transalpino, si deve segnalare la prima missione della portaerei Charles de Gaulle: due caccia-bombardieri Rafaele sono decollati dall'ammiraglia della Marina di Parigi, secondo quanto riferito da fonti militari, però, soltanto per operazioni di ricognizione. Secondo il colonnello Thierry Burkhard, portavoce dello stato maggiore interforze, nessuno dei due veicoli ha aperto il fuoco. GHEDDAFI NASCOSTO IN UN RIFUGIO - Il Colonnello Gheddafi, "con ogni probabilità è nascosto in qualche rifugio sotterraneo intorno a Tripoli". E' quanto sostiene in un'intervista alla tv americana Abc l'ex ambasciatore libico alle Nazioni Unite, Ibrahim Dabbashi. Secono una seconda fonte diplomatica libica, come trapelato lunedì, uno dei figli del Raìs, Khamis, sarebbe morto. Khamis sarebbe stato posto dal padre a capo di un'unità militare speciale, e avrebbe perso la vita a causa delle gravi ustioni riportate in seguito ad un attacco kamikaze di un pilota libico rivoltatosi al regime. Secondo le informazioni disponibili, il pilota si sarebbe gettato contro il quartier generale della famiglia di Gheddafi. VIDEO: LE VIOLENZE A BENGASI - Sono spuntate anche alcune immagini del conflitto libico. Un video registrato con i cellulari dagli abitanti di Bengasi testimonia come diversi tank delle truppe di Gheddafi sono stati bloccati e perquisiti dagli insorti. Le immagini mostrano poi cadaveri di miliziani del regime uccisi dai ribelli, buttati poi in una stanza dell'ospedale della città. Sempre nel video si vedono i resti di tre civili in una macchina devastata dai colpi d'arma da fuoco delle forze governative. MISURATA, IL REGIME RISONDE - Le forze lealiste fedeli a Gheddafi, secondo quanto trapelato, stanno compiendo un vero e proprio massacro a Misurata. Sono almeno 40 le persone uccise e 100 i feriti nel corso del cannoneggiamento operato dai carri armati del Colonnello sulla città libica. La notizia è stata riferita da un portavoce del Consiglio nazionale libico all'emittente al-Arabiya. "Le brigate di Gheddafi continuano a spareare - ha affermato - ed usano i civili come scudi umani". Secondo un altro portavoce dei ribelli, a Misurata "stiamo vivendo un dramma umanitario. i carri armati continuano in questi minuti a sparare verso la piazza centrale, mentre i cecchini sparano lungo via Tripoli". PRECIPITA CACCIA USA - Paura per due piloti americani. Secondo quanto riferisce Rob Crilly, inviato del quotidiano britannico Daily Telegraph, un cacciabombardiere F-15 è precipitato a circa 40 chilometri da Bengasi durante un raid, sembra per un'avaria: i militari a bordo sarebbero stati salvati dai ribelli libici dopo essersi lanciati fuori dall'abitacolo grazie al sistema di espulsione. L'African Command delle forze armate statunitensi ha confermato il fatto, accaduto nella notte, chiarendo che l'aereo "non è precipitato in seguito a un'azione ostile". ARRESTATI CRONISTI OCCIDENTALI - Nella mattinata si è appreso che tre giornalisti occidentali sono stati arrestati dalle forze lealiste: si tratta di due giornalisti dell'agenzia France Press, Dave Clark e Roberto Schmidt, e di un fotografo dell'agenzia Getty, Joe Raedle. Dei tre si erano perse le tracce venerdì, quando il loro autista raccontò che durante il trasporto tra Tobruk ad Agedabia vennero fermati da un convoglio di jeep e veicoli da trasporto e, quindi, arrestati. ASSO 22 A TRIPOLI - "Questa mattina alle 8.30 ore italiane, il rimorchiatore Asso 22 ha ormeggiato nel porto di Tripoli". Lo ha reso noto, attraverso un comunicato, la portavoce della compagnia Augusta Offshore, che poi ha aggiunto: "L'equipaggio è stato autorizzato dai militari libici a bordo a contattare familiari e compagnia. Confermiamo che tutti i membri dell'equipaggio stanno bene. In questi giorni l'attività di Asso 22 si è limitata a monitorare le coste libiche". La vicenda, riporta infine la nota, "non può considerarsi conclusa". Sul caso è intervenuto anche il ministro Franco Frattini, intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io: "Non credo ci sia un rischio di una  presa di ostaggi, altrimenti chi controlla la nave si sarebbe mosso in altro modo, sarebbe scomparso dai radar". Il titolare della Farnesina ha assicurato che vi è un "monitoraggio molto attento" del rimorchiatore che viene "seguito con il satellite". "A bordo vi sono libici che non conosciamo", ha detto il ministro, aggiungendo che la rotta della nave al momento "non è molto chiara" perchè procede avanti e indietro lungo la costa. USA RIDUCONO PROPRIA AZIONE - Gli Usa hanno comunicato che il proprio raggio di azione degli attacchi si sta riducendo con il focus sull'estensione della zona di no-fly zone da Bengasi a Tripoli: "I primi due giorni di attacchi sulle forze aeree libiche sono stati di ampio successo. Questa ha reso più sicuro per i piloti pattugliare i cieli, in particolare nell'area di Bengasi", ha affermato il generale statunitense Carter F. Ham, comandante in capo delle operazioni, confermando che nei prossimi giorni la no-fly zone sarà estesa a sud da Bergasi e poi a ovest verso Tripoli. Il generale ha poi annunciato che prossimamente altri Paesi potrebbero unirsi alla coalizione. ITALIA: "ACCECATI RADAR LIBICI" - In Italia le basi aeree messe a disposizione della coalizione sono sempre pronte per le operazioni militari. Lo scalo di Trapani Birgi resta chiuso per il secondo giorno: tutti i voli in arrivo e in partenza sono stati dirottati all'aeroporto 'Falcone e Borsellino' di Palermo. In mattinata sono decollati sei tornado italiani, la cui missione è durata poco meno di tre ore. Sono inoltre partiti anche due F18 canadesi, mentre è atterrato un Awacs, uno speciale aereo con un sistema elettronico basato su un radar progettato per eseguire missioni di sorveglianza aerea. L'aeronautica militare presente a Trapani ha comunicato che si sono concluse positivamente le missioni di "accecamento" dei siti radar libici condotte dai velivoli tornado Ecr (Electronic Combat Reconnaissance), finalizzate a rendere inoffensivi i sistemi di difesa aerea. IL PARLAMENTO SPAGNOLO AUTORIZZA INTERVENTO - La Spagna ha deciso di partecipare all'intervento militare multinazionale in Libia. Il Parlamento di Madrid ha autorizzato a schiacciante maggioranza l'impiego delle truppe nella guerra: su 340 deputati presenti in Aula, i voti favorevoli sono stati 336, tre contrari e un solo astenuto. L'intervento spagnolo avverrà grazie a quattro cacciabombardieri F18 e un aereo cisterna per il rifornimento in volo. La base per le truppe sarà quella di Decimomannu, in Sardegna.

Dai blog