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Darfur, liberati gli ostaggi

Frattini: "Nessun riscatto"

Silvia Tironi
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Contrordine. E due. Dopo la rettifica di questa mattina, quando è stata smentita la liberazione dei tre ostaggi di Medici Senza Frntiere rapiti in Darfur, il govero sudanese torna ora a garantire la loro liberazione. "E' confermato", ha detto Ali Youssef Ahmed, capo del protocollo delministero degli Esteri di Khartoum. "Sono stati rilasciati. Sono alsicuro. Stanno bene. Sono ancora in Darfur, ma verranno trasferiti aKhartoum". Secondo le autoritàdel Sudan il medicoitaliano Mauro D'Ascanio, l'infermiera canadese Laura Archer, ilcoordinatore sanitario francese Raphael Meonier e una delle loroguardie sudanesi sarebbero in volo su un elicottero statale dopo esserestati rilasciati. Conferme sono arrivate anche da "Medici senza frontiere", dal direttorecomunicazione della missione Onu-Ua nella regione, Kemal Saiki, e dallaportavoce della forza internazionale, Josephine Guerraro: "Sono inbuona salute - ha dichiarato - Sono partiti da El Fasher per Khartoum". Le prime parole di Mauro D'Ascanio sonostate: "Grazie a tutti per l'aiuto". Riscatto - Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha assicurato che non è statopagato alcun riscatto per la liberazione degli ostaggi in Darfur. "Loha già detto Medici Senza Frontiere a maggior ragione lo dice ilgoverno", ha sottolineati il capo della Farnesina a margine di un convegno a Riva del Garda. ''Gliostaggi sono stati visti - ha aggiunto - e stanno andando a Khartoumdove il nostro ambasciatore li accoglierà". La speranza infranta - Il ministero degli Esteri italiano ha un po' precipitato i tempi: gli ostaggi di Medici Senza frontiere del Darfur sono ancora ostaggi. Rapiti la sera di mercoledì a Seraf Umra nel nord del Paese, non sono stati liberati, nonostante ieri sera la Farnesina, violando un silenzio stampa, avesse annunciato: «Sono liberi». Marcia indietro in tarda notte: «Stiamo verificando». E ora non si sa. Il medico italiano Mauro D'Ascanio, l'infermiera canadese Laura Archer, il coordinatore sanitario francese Raphael Meonier e una delle loro guardie sudanesi, dunque, sono ancora ostaggi.  Nel primo pomeriggio di ieri la buona notizia della localizzazione del luogo dove i volontari era sequestati. "Sappiamo dove sono", aveva detto una fonte ufficiale del governo di Khartoum. "Abbiamo stabilito il contatto con loro e stiamo discutendo le loro richieste", lo aveva iseguito Mutrif Siddig, sottosegretario agli Affari Esteri. E poco prima delel 21 ora italiana, il laconico dispaccio del miistero degli Esteri italiani che confermva la libertà degli ostaggi.

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