La Guzzanti insulta Mara
"Sfregio che sia ministro"
Roma - "A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché t'ha succhiato l'uccello, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio". Quella di Sabina Guzzanti contro Mara Carfagna è l'invettiva più insultante e violenta della sua lunga e controversa carriera. La Guzzanti, presente oggi alla manifestazione dei girotondini di Piazza Navona, ha proseguito il suo intervento in rima. Stornella a braccio parafrasando una vecchia canzone romana: "Osteria delle ministre / paraponzi ponzi po / le ministre son maestre / paraponzi ponzi po / e se al letto son portento, figuriamoci in Parlamento / dammela a me Carfagna / pari oppportunità". Il fratello di Sabina, il comico Corrado Guzzanti, se la prende invece col Papa Ratzinger, convinto che Sua Santità tra 30 anni "brucerà all'inferno". Per Guzzanti è anche colpa del Pontefice se il governo Prodi è caduto perché "è stata montata una polemica inesistente" sull'intervento negato al Papa all'università di Roma, mentre "non c'è un motivo al mondo per cui Ratzinger avrebbe dovuto inaugurare l'anno accademico de La Sapienza". Guzzanti ricorda anche che "grazie alla legge Moratti tra vent'anni il 20% dei professori sarà scelto dal Vaticano. Ma tra vent'anni - incalza - Ratzinger sarà morto, sarà dove deve stare, all'inferno tormentato da diavoloni frocioni attivissimi". Di Pietro si dissocia immediatamente: «Quelle contro il Papa sono parole ingiuste, ingiustificate e fuori luogo», dice. Ma anche Di Pietro ci va giù davvero pesante. Contro il Governo e contro il Lodo Alfano usa parole taglienti. «Qualcuno mi sta processando? Mi faccio una legge che dice che quattro cittadini italiani una volta che diventano presidente della Repubblica, della Camera o del Senato, capo del governo, possono ammazzare la moglie, stuprare bambini, o addirittura corrompere un testimone in un processo e non possono essere processati». Il leader Idv poi prosegue: «I cittadini devono resistere e ribellarsi: tutti i regimi cominciano in maniera dolce. Questa è una dittatura dolce che non violenta né usa olio di ricino, ma procede con leggi ad personam». Poi, l'ex pm, che ne ha davvero per tutti, si rivolge anche ai componenti del Pd, che già da stamane hanno preso le distanze dalla manifestazione in cui sarà ospitato, via teleconferenza, anche Beppe Grillo, colpevole di affermazioni di fuoco contro il Presidente della Repubblica. «Noi rispettiamo chi non è qui ma chiediamo ugualmente rispetto da chi non c'è e non ha aderito nemmeno idealmente. Ci sono modi diversi di fare opposizione e tutti vanno rispettati. Noi non cadiamo nel tranello di chi vuole evidenziare uno scollamento tra le opposizioni, il problema non è questo ma è Berlusconi che ha messo in atto una truffa elettorale», conclude Di Pietro. Intanto arriva anche l'attesissimo Beppe Grillo che, su piazza così come sul suo blog, ne ha davvero per tutti. Attacchi non solo al premier Berlusconi ma anche a Napolitano, definito "Morfeo". «Immaginatemi bello, dimagrito e molto perbene. Non voglio offendere nessuno», ha esordito il comico. «Lo psiconano in Giappone ha collezionato un'altra figura di m... Non mi riconosco più nel popolo italiano, Berlusconi deve dire "tranne la famiglia Grillo"». «Ci vorrebbe un curatore fallimentare perché lo Stato è fallito» ha aggiunto. E i 18 condannati in Parlamento «sono sempre lì: se Mangano è un eroe, loro sono i supereroi e la loro arma è il silenzio verso il loro padrone. Lo psiconano è il garante di un comitato d'affari». Grillo si è scagliato contro il presidente Napolitano, come aveva fatto poco prima anche Marco Travaglio: «Io Morfeo non l'ho mai offeso, lui sonnecchia. Però firma delle cose... Per esempio, un provvedimento per la banda dei quattro. Ve lo immaginate Pertini che firma una cosa per rendersi immune dalla giustizia? Io non lo immagino così come non immagino Ciampi e Scalfaro. Chi è quest'uomo qua? Quando c'era la gente in piazza a Chiaiano, lui dov'era? A Capri, a sentire musica con due inquisiti, Bassolino e la moglie di Mastella». E alla sinistra: «Non c'è nessuna differenza tra l'indulto e l'ammazza-processi. Le leggi di Prodi sulla giustizia sono uguali a quelle di Berlusconi». Strali anche contro Veltroni: «'Topo Gigio' in tre mesi ha fatto cadere il governo Prodi, ha perso Roma e ha disintegrato i partiti della sinistra. È il più grande alleato dello psiconano». “All'Italia servono fatti, non manifestazioni”. Silvio Berlusconi, dal Giappone, guarda con distacco alla protesta organizzata a Roma da Antonio Di Pietro e dai 'girotondinì. Per il premier è tempo di preoccuparsi dei problemi seri, delle vere emergenze del paese, come la tragedia dei rifiuti in Campania. “Io non credo che possa essere una manifestazione a formare l'immagine di un Paese: l'immagine si fa con i fatti e adesso dobbiamo rimediare al disastro” dovuto all'impatto che la “tragedia dei rifiuti” in Campania ha avuto all'estero. Una situazione che “incide sul turismo che è parte importante della nostra economia”.