"Salvato da una telefonata"
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Salvato da una telefonata - Quando unatelefonata, è proprio il caso di dirlo, ti salva la vita. Protagonista della storia è uno studenteuniversitario di Fermo, nelle Marche, 20 anni, travolto con altri compagni dalcrollo della Casa dello studente all'Aquila. La sorella lo chiama al cellulare e lui, da sotto le macerie, riesce arisponderle e a dare indicazioni perché i soccorritori possano individuarlo eportarlo in salvo. Forse, il ragazzo, deve la vita proprio a quella chiamata. Erano trascorsi pochi minuti dallascossa delle 3:32, di magnitudo 5.8, quando da Fermo, a oltre 100 chilometri didistanza dall'epicentro del sisma, la sorella e il padre dello studente,allarmatissimi, tentano di rintracciarlo al cellulare, senza ricevere risposta.Si rivolgono al 118, i vigili del fuoco, il Commissariato di polizia di Fermo,e a quel punto, racconta il dirigente del Commissariato Giuseppe Taschetti, siriesce ad allestire un ponte telefonico con la zona del crollo. La ragazza e ilfratello si parlano: lui, con un filo di voce, fornisce dati utili perché chiscava fra le macerie, al buio, possa raggiungerlo, e alla fine viene tiratofuori, incolume. E' sotto choc ma sta bene, non ha riportato ferite né traumi,ed è già rientrato a casa. Un altro compagno di alloggio invece non ce l'hafatta. E fra quel che resta della Casa dello studente si scava ancora. Neomamma fugge da ospedale con bimba- «Uscivo da un cesareo alle 19.30, sono riuscita a scappare con i punti, senza scarpe, le flebo attaccate e mia madre con la bambina. Sono andata via dall'ospedale dell'Aquila, scappavano tutti, anche i medici». A parlare a 'Studio Aperto' è Annalisa Angelini, una giovane neo mamma di 28 anni che è fuggita dall'ospedale a piedi nudi. «C'era mia madre che stava facendo la notte perchè avevo appena subito l'intervento - ricorda la giovane donna - il terremoto è stato molto forte, sono caduti dei pezzi dentro l'ospedale e siamo scappati a piedi e poi è arrivato mio marito con la macchina che mi ha portato a Chieti all'ospedale, con le flebo che ho staccato in macchina e la mia piccola Giorgia». «Doveva essere il giorno più bello della mia vita e invece tante persone che conosco non si ritrovano». Distrutta la famiglia del giornalista Parisse- Allatragedia collettiva che ha colpito la città dell'Aquila si è aggiunta quellafamiliare di un giornalista del Centro, Giustino Parisse, 49 anni, capo dellaredazione dell'Aquila. Nel crollo della casa di famiglia di Parisse, a Onna,una frazione dell'Aquila, sono morti i suoi due figli, Domenico di 18 anni, eMaria Paola, di 16, e il padre Domenico. La madre di Parisse è in fin di vitaall'ospedale. Nella casa a due piani di Onna crollata la notte scorsa vivevanocon Giustino Parisse e sua moglie Dina Sette, oltre ai figli del giornalista,anche il fratello minore e i genitori che avevano festeggiato da poco le nozzed'oro. Parisse è al Centro fin dallanascita del giornale nel luglio 1986, prima come collaboratore poi comeredattore, caposervizio dell'Aquila e vice capo redattore. Nei giorni scorsi,insieme ai colleghi della redazione dell'Aquila, aveva seguito le prime piùleggere scosse di terremoto che hanno preceduto quelle devastanti della nottescorsa. Salvata dalla mamma- Dallemacerie di un'abitazione crollata in località San Gregorio (L'Aquila) è stataestratta viva una bambina di due anni mentre la mamma è morta nel tentativo difare scudo con il proprio corpo alla piccola, lo riferiscono fonti dei vigilidel fuoco. I pompieri hanno immediatamente organizzato il trasferimento dellabambina in elicottero verso il primo ospedale disponibile. Alcuni tecnici deipompieri si stanno recando in questa ore all'Aquila per effettuare una serie diverifiche di stabilità agli edifici. "Miracolato- "Oggi è la mia nuova data di nascita". È il primo commento diMaurizio Marino, componente dell'orchestra "Città aperta" dell'Aquilache stanotte si trovava in un bed and breakfast di Fossa (Aquila). "Misento un miracolato" - ha aggiunto - "adesso ci troviamo nel camposportivo dove ci stanno rifocillando". La struttura dove si trovava ècrollata. "Per fortuna non è caduto il soffitto - ha detto - e in quelmomento ho pregato ed ho pensato ai miei famigliari e a mio figlio. Ho pensatodi morire". In lacrime davanti alle ruspe -"Ho dormito fuori e questo mi ha salvato ma adesso spero tanto che tirinofuori i miei compagni vivi". E' la drammatica testimonianza di Valerio,studente universitario di Tagliacozzo (L'Aquila), che assiste con gli occhibagnati di lacrime al lavoro di una ruspa caterpillar che sposta interi blocchidella palazzina di quattro piani in via Rossi, dove i suoi cinque compagni diappartamento vivevano al secondo piano. Anche qui, come in altri punti dellacittà, si lavora disperatamente lottando contro il tempo per estrarre dallemacerie le persone, si spera ancora in vita. Qui, dove sono crollate duepalazzine attigue i soccorritori cercano una decina di persone, otto dellequali studenti universitari, e i due proprietari degli appartamenti in affitto.A quanto pare, degli studenti universitari, cinque ragazzi e tre ragazze, sonoper la maggior parte della provincia di Teramo. Si sa di certo che una delledieci persone è deceduta tra le macerie, e si aspetta di poter tirare fuori ilcorpo. "Chi mi sente?"- Sono frenetici i lavori di scavo in via XXSettembre tra le maceria di una palazzina di tre piani che si è sbriciolata equasi rasa al suolo: da sotto le macerie si è udito poco fa la richiesta diaiuto di una voce femminile che gridava "chi mi sente?". Secondo laricostruzione dei soccorritori, che sono coordinati da Giorgio De Matteis,vicepresidente del Consiglio regionale e ex assessore regionale alla protezioneCivile, sotto le macerie di questa palazzina ci sarebbero almeno due persone,delle quali forse una bambina. Poco prima da sotto le macerie era stataestratta una signora che è stata trasportata in ospedale. Tragedia di proporzioni inimmaginabili- "Pensavo ad una cosa pesante ma non diqueste proporzioni. Sono passato per la città e ci sono davvero molti pezzi dicittà distrutti. Ci sono tanti feriti e numerosi morti". Lo ha detto ildirettore generale della Asl dell'Aquila, Roberto Marzetti, che si trovadavanti al pronto soccorso per coordinare le operazioni di emergenza. "Lamacchina dei soccorsi - ha aggiunto - è partita subito, ci sono medici eparamedici a lavoro, chi di turno e chi no è tornato a lavoro. Abbiamo attivatodue sale operatorie e quindi la reazione della città c'é stata". Così comei dirigenti della Asl, Marzetti non era all'Aquila al momento del terremoto mauna volta saputo della scossa si è precipitato in città. Nel fare il puntodella situazione, il manager ha sottolineato che sono attive due saleoperatorie ma che dovranno essere trasferiti i dializzati la cui struttura si éallagata. Il reparto di neonatologia è già stato trasferito. "I delta dimedicina sono da evacuare e poi ci sarà da fare la stima dei danni visto chel'ospedale non ha probabilmente problemi strutturali ma calcinacci, intonaci esuppellettili a terra. Ci vorrà qualche giorno prima che la situazionemigliori, ma la cosa importante è che tutti sono a lavoro per aiutare lepersone colpite da questa tremenda ferita". Marzetti ha sottolineato cheper sostenere la struttura ospedaliera che comunque è in difficoltà dovrebbeessere installato un ospedale da campo proprio nelle vicinanze del SanSalvatore.