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Al Quirinale Giorgio Napolitano fa la spalla comica di Benigni

Comico ruba la scena a Capo dello Stato in occasion della cerimonia per il 150° Unità. Giorgio: "E' difficile parlare dopo di lui"

Andrea Tempestini
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"Sono pronto, a disposizione, se volete, per un settennato tecnico...". Dio ce ne scampi. Perché a proporsi è Roberto Benigni, che scherza con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, seduto in prima fila nel Salone dei Corrazzieri al Quirinale per la cerimonia di chiusura delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Benigni parla, narra, e all'epoca dei professori si prende la briga di raccontare al pubblico l'Italia. Il comico a un certo punto si commuove: avviene quando legge dei passaggi delle lettere di tre giovani della Resistenza, condannati a morte. Benigni, spalla comica di Napolitano Guarda il video su LiberoTV Cavour, Lennon e Garibaldi - Benigni racconta poui le pagine più dure della storia italiana e delle due guerre mondiali, racconti intervallati da battute, come quella sulla 'paccata', "come si usa dire oggi", ha sottolineato riferendosi e ironizzando sul lessico scelto dal ministro Elsa Fornero. Quindi la freddura sull'intuizione europeista di Garibaldi, che immaginava un mondo nuovo, migliore di quello che fino a quel momento aveva scritto la storia: "Come Imagine di John Lennon. Ecco, Garibaldi l'ha detto molto prima di lui, nel 1860". Benigni ha strappato risate sin dall'inizio del suo intervento, quando posizionandosi davanti al microfono per l'intervento aveva rivelato che avrebbe voluto fare il suo ingresso al Quirinale "a cavallo, ma purtroppo non era possibile". E ancora, quando ha ricordato Cavour, definendolo "il grande tessitore. Peccato che poi, nel corso dei decenni, si è passati dai grandi tessitori ai grandi tassatori...". La spalla Napolitano - Ad ascoltarlo, compiaciuto, il Capo dello Stato, una sorta di spalla comica al frontman Roberto Benigni. Tanto che Napolitano, al termine dell'intervento dell'istrionico attore toscano, ha spiegato che "è difficile parlare dopo di lui". Lasciato a Benigni il compito di celebrare l'Italia, l'inquilino del Colle ha richiamato i partiti, che devono tendere "a garantire in futuro comportamenti trasparenti sul piano della moralità, nonchè più alti livelli di qualità nelle rappresentanze istituzionali e di governo". E ancora, Napolitano, ha elogiato l'esecutivo Monti per i suoi "eccellenti risultati", ed ha aggiunto che "sono certo che questa assoluta necessità di continuare senza cadute e senza regressioni nel cammino intrapreso sia ben presente alle forze politiche più responsabili".

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