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Il grande flop della Buona scuola: a Milano mancano più di mille prof

Nicoletta Orlandi Posti
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Oltre mille supplenti a Milano e provincia. È questo il numero di docenti che i presidi degli istituti milanesi dovranno trovare per completare per completare gli insegnamenti. Si è infatti finalmente conclusa la fase B della “Buona scuola”, che ha consentito ad alcuni docenti di ottenere un contratto a tempo indeterminato a patto di accettare il trasferimento. Un sistema che, però, ha anche permesso di accettare la cattedra pur ritardando di un anno il trasferimento definitivo, vivendo di supplenze nel proprio territorio d'origine: una prassi molto diffusa che ha messo difficoltà alcune scuole del milanese. Ieri l'Ufficio scolastico territoriale di Milano (che gestisce anche la provincia di Monza) ha reso noti i dati definitivi delle cattedre che si sono riuscite a coprire: da un fabbisogno iniziale di 4.386 docenti (2.138 su posto comune e 2.248 sul sostegno) si è passati, in fase B, a 2.290. A copertura di questi posti hanno inizialmente dato la disponibilità 1.265 docenti di cui, al primo giorno di scuola (14 settembre), hanno preso servizio solo in 299, pari al 23%. Una cifra a dir poco bassa che, in queste due settimane, è più che raddoppiata arrivando a 966: un buon risultato per il posto comune (da 45 a 66, il 30% in più) e che vede crescere anche i posti coperti per il sostegno, ambito in cui le prese di servizio sono più che triplicate, passando da 254 a 900. Un numero ottenuto grazie a un meticoloso lavoro dell'Ust (l'ex provveditorato) che ha chiamato uno per uno i docenti che, pur dando la propria disponibilità, il 14 la mancanza di tempo per organizzare il trasferimento vero e proprio. Un lavoro certosino che ha permesso di ridurre i posti residui a 1.025, 361 per le materie tradizionali e 664 per il sostegno: posti che i singoli istituti dovranno ora coprire con docenti inseriti in graduatorie ad esaurimento senza diritto alla cattedra. «Alla luce dei dati delle nomine, conclusa la fase B - ha commentato il provveditore di Milano Marco Bussetti - si può dire che i nostri uffici, nonostante la grande quantità di docenti e la tempistica ristretta, hanno gestito l'intera operazione rispettando il calendario fissato dal ministero. Purtroppo ad oggi, sebbene la fase B abbia reclutato docenti su tutto il territorio nazionale, per alcune classi di concorso mancano candidati. Se si aggiunge che a questo si sono sovrapposti i problemi dei singoli istituti e dei singoli docenti, è stato un lavoro faticosissimo». Ma quali sono, a parte il sostegno, le materie più scoperte? La classe di concorso più problematica è la A059, matematica e scienze nella scuola media, in cui mancano circa 180 docenti. Al secondo posto ci sono i docenti di spagnolo per le medie e superiori (50) seguiti da quelli specializzati nei laboratori degli istituti tecnici e professionali (soprattutto edilizia e tecnologie tessili). Conclusa la fase B con le supplenze, il caos docenti sarà finito per sempre? No proprio perché sta già per iniziare la fase C, che si concluderà solo prima delle vacanze di Natale, dedicata all'organico «aggiuntivo» per la «programmazione di interventi mirati al miglioramento dell'offerta formativa». Si tratterà - in gran parte - di docenti di musica, informatica, lingua, laboratori e arte, ma non solo. Ogni scuola può chiedere organico aggiuntivo, nel limite del 10% di quello attuale: un liceo classico, per fare un esempio, potrebbe chiedere un docente in più di latino e greco nel caso in cui il vicepreside debba abbandonare l'insegnamento per occuparsi di faccende amministrative. di MATTEO BORGHI

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