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Nel feudo di Arconate: "Mantovani aiutava tutti a fin di bene"

Nicoletta Orlandi Posti
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C'è una rosa dei venti disegnata sul pavimento della piazza del paese, ma dopo l'arresto di «Mario» in tanti sembrano aver perso la bussola. È Arconate, il piccolo centro dell'Altomilanese che Mantovani (ex senatore, ex sottosegretario ai trasporti, ex assessore alla sanità) ha amministrato per molti anni, di cui 13 in veste di sindaco. Camminando nelle stradine del centro le poche persone che ci sono sfuggono volentieri agli sconosciuti, «tanto sono giornalisti», non hanno voglia di parlare, sono ancora basiti dal terremoto giudiziario che ha coinvolto la loro piccola comunità. Vicino alla chiesa di Sant'Eusebio un gruppetto di anziani fa capannello: «È stato un brav'uomo. Ha aiutato tante persone - dice Giovanni - Anche per il paese ha fatto tante cose, se la gente lo vota da sempre vuol dire che lo stima». «Deve aver pestato i piedi a qualcuno - aggiunge Marietto - Adesso saranno in tanti a parlarne male, è più facile». «Credo che in Italia si stia facendo un abuso della carcerazione preventiva - dice la signora Anna - Non l'ho mai votato ma non credo che sarebbe scappato da nessuna parte, in paese vivono e lavorano anche la moglie e i figli». «Uomo gentile ed onesto, che ha sistemato svariate famiglie, sempre e solo a fin di bene - conclude Pino - ha aiutato anche tanti giovani, certo non poteva sistemarli tutti ma dove ha potuto ha dato una mano». E di questo Mario Mantovani non ne ha mai fatto mistero, a iosa girano in internet i video del suo comizio pre-elettorale in cui dice che «aiuterà» gli arconatesi. Seimila abitanti divisi tra garantisti e accusatori, tra questi ultimi anche l'amministrazione comunale di centrosinistra. L'arresto dell'ex vice presidente della Lombardia, da ieri autosospeso, sarebbe collegato a tangenti nel mondo della sanità emerse durante l'inchiesta “Entourage”, denominata così proprio perché, secondo la Procura, molti gli «amici» dell'ex assessore sistemati in Regione, Asl e Provveditorato, come il direttore generale dell'Asl Milano1, Giorgio Scivoletto anch'egli indagato. Ma non è solo ad Arconate che si respira una strana atmosfera, anche negli altri comuni del nord ovest di Milano, quelli dove l'ex vice governatore ha partecipato a incontri, dibattiti, convegni, stanno vivendo lo stesso disagio. Un politico di vecchio stampo, vicino alla gente, ai candidati. Nel rhodense, dove proprio lunedì ha inaugurato il nuovo ospedale di Garbagnate Milanese, sono tanti gli amministratori di centrodestra a denunciare «la facilità con cui si ricorre ad una misura cautelare grave come il carcere». C'è chi, dopo l'inaugurazione della nuova struttura del Salvini, ha postato le foto sui propri profili social in compagnia dell'assessore Mantovani. di MARIA LUIGIA PIZZULO

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